Scrivere del Torino Film Festival rischia di essere un’operazione votata al fallimento. Principalmente perché si parlerà di film che forse non arriveranno mai nelle sale. O di film che se anche ci arriveranno è improbabile che le persone andranno a vedere. O se infine qualcuno dovesse anche andare a vedere si sarà già dimenticato di tutto quello che io possa scrivere. Tuttavia ho deciso di farlo ugualmente. Prima di tutto perché niente è nobile all’infuori del fallimento. Mi illudo inoltre che se la mia scrittura è davvero buona, e non è detto che lo sia, una persona potrebbe leggere il mio testo a prescindere che abbia visto o meno il film. A prescindere che lo vedrà mai. A prescindere di tutto quanto.
Non essere cattivo | Snob
C’è tutto un mondo segreto che regola le nostre azioni, il nostro fare o non fare qualcosa, il nostro muoverci silenziosi sotto notti piovose o nebbiose, attraversare ponti, scegliere il film che andremo a vedere al cinema la domenica pomeriggio allo spettacolo delle sette. C’è un mondo segreto che noi non conosciamo e regola il nostro agire, un mondo che sono i nostri pregiudizi, i nostri occhiali, i nostri occhi, per cui questa domenica ci recheremo stancamente o meno con il cuore triste o lieto al nostro cinema affollato o deserto della domenica. Questo mondo segreto, che poi così segreto non è, afferma che il nostro desiderio non sia nostro, ma determinato da qualcosa, da qualcun altro, dal nostro modello di riferimento, da un fratello maggiore, da un padre che non ci riconosce, dagli spot pubblicitari, da quello che abbiamo letto sulla domenica del sole alla fermata degli autobus, sulla tranvia andando a lavoro, o magari su mymovie, assolutamente sì, assolutamente no, no, sì.