#2 L’Ex Vetreria
Un pomeriggio era estate, potevo avere tra i sei e i sette anni, faceva molto caldo. All’epoca ero una bambina magrissima, scura e coi capelli corti, che non voleva essere una femmina e deprecava ogni atteggiamento frivolo, cosa che come si può ben immaginare mi rendeva popolarissima tra i coetanei del quartiere. Quel giorno mia madre non aveva una banconota inferiore alle cinquemila lire, ma mi mandò lo stesso in latteria raccomandandomi, come sempre, di non parlare con gli sconosciuti, di non fermarmi davanti all’Ex Vetreria e di non usare il resto per comprarmi le sigarette chewingum di Asterix e Obelix.
Ricordo bene, mi incaminai con queste cinquemila lire in mano lungo il muro, e arrivando di fianco alla rete della Vetreria come sempre cominciò a salirmi la tensione. Ricordo, ecco, che quel giorno ero quasi arrivata al bidone della spazzatura e invece di vederli scavalcare il muretto ed entrare in uno dei buchi nella rete come sempre, quel giorno vidi tre drogati uscire.
Il cuore cominciò a battermi forte, cercai di affrettare il passo, erano a pochi metri da me, forse non mi avevano vista, forse potevo ancora cavarmela e nascondermi dietro al cassonetto della spazzatura. Niente da fare. Mi avevano vista e mi stavano chiamando.
“Scusa! – disse uno – Scusa, possiamo chiederti una cosa?”
Mi fermai. Ricordo il muro color crema bianco di luce, contro cui io e la mia ombra eravamo rimaste come lucertoline intrappolate.
“Ecco – cominciai a pensare disperata – Ecco, morirò a sette anni! Morirò così, per mano dei drogati! Senza aver scoperto nemmeno una nuova specie di dinosauro, senza aver mai dato un bacio, senza essere mai stata a Disneyland! Che morte infame! Me tapina! Cosa avrò fatto di male? Forse che ho fatto vergognare Gesù?”. Dovevo forse parlare di Gesù ai drogati? Era una prova che Gesù mi stava mandando per dimostrare a lui e a tutta la sua chiesa che non mi vergognavo di loro?
In tutte le comunità religiose fondamentaliste, tra cui quella evangelica in cui sono cresciuta io, c’è il diktat di evangelizzare chiunque ti capiti a tiro e di usare ogni occasione buona allo scopo di convertire gli infedeli. E tu non ti devi vergognare MAI, di parlare di Gesù, anche se non è l’occasione giusta, anche se sei fuori luogo e inopportuno, anche se non gliene frega un cazzo a nessuno e anzi spesso ti prendono in giro, perché come non mancavano mai di ricordarmi tutti gli adulti che avevo intorno “Se tu ti vergogni di Gesù, Gesù si vergognerà di te”. (Come si può intuire, Gesù venne così ad assumere un ruolo di eroe essenzialmente positivo nella mia infanzia, procurandomi terrore nei momenti più disparati, insieme a E.T., il Tyrannosaurus Rex e i nazisti di Anna Frank).
Mi trovai bloccata sul bordo della strada, tra la recinzione della Vetreria e il muro contro cui eravamo schiantati al sole io e uno stolido bidone della spazzatura, lui che cercava di far finta di niente e invece di proteggermi e nascondermi mi aveva lasciata in balia dei drogati. Loro potevano avere tra i 17 e i 20 anni, uno mi sembrava anche il figlio della Giuliana, la vicina. Quando due anni dopo morì capii che sì, forse era proprio lui. Ma gli adulti in quel caso non ce lo dicevano a noi bambini, dicevano che aveva avuto un incidente in macchina piuttosto, ma io lo sentivo che dietro c’era qualcosa di losco, lo intuivo che c’era qualcosa di immorale quant’è vero che io ho imparato a dire le bugie da mia madre, che per esempio è convinta che sia peccato dire a una persona che sta male con un vestito se invece pensi il contrario.
[continua]
Io amo i film italiani con la partecipazione di Nanni Moretti guardo i film su questo sito
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