Scrive J. Benet in un qualche libro di cui ho perso traccia e memoria:
Es el emperio del oxymoron: sólo el fugaz dura y permanece, todo lo verdadero muestra su falsedad, todo lo evidiente encierra su misterio.
Questa frase mi piace molto, e ogni tanto mi ritorna in testa. Riaffiora senza apparente motivo e senza che io capisca fino in fondo che cosa essa significhi, o cosa significhi per me. Come succede con certe parole straniere che lasciano l’impressione che nella traduzione si sia perso qualcosa e questo fatto non sia una cosa di per sé negativa, ma positiva. Come forse è avvenuto in altre epoche con parole e preghiere latine.
Aki Kaurismäki.
Quando guardo un film di Aki Kaurismäki mi interessano solo due cose: se le persone continuano a fumare e se l’arredamento delle case si è modernizzato.
Bene. Non è cambiato niente.
Forse in apertura del film L’altro volto della speranza ho avuto l’impressione che ci fosse una pianta grassa di troppo (come si concilia l’Ikea con Aki Kaurismäki? Abitano nello stesso universo?), e ho anche notato che le persone che fumano non sono più gli operai disoccupati di una volta, i metronotte, ma sono gli immigrati e i camerieri, quindi sì forse è vero che nel mondo qualcosa è cambiato, tuttavia l’impero di valori kaurismäkiani è rimasto invariato.
Eppure, eppure perché mi riaffiora in mente quella frase di Benet?
Ho come l’impressione che perché i buoni possano continuare a essere buoni, e i cattivi a essere i cattivi, le cose si sono molto complicate. Perché i buoni continuino ad essere buoni, i nazisti cattivi, i barboni buoni, etc., Aki Kaurismäki si è fatto sofisticatissimo. Perché il semplice sia semplice tutto si è pericolosamente complicato. Aki Kaurismäki ha preso passaporto bizantino, diploma di maestro medievale di complicazione.
Mi spiego meglio con due esempi per chi ha visto il film:
- La sorella del protagonista per continuare a essere dalla parte dei buoni deve necessariamente andare dalla polizia a farsi registrare anche se l’esperienza del fratello le consiglierebbe di fare l’opposto, altrimenti scivolerebbe nelle fila dei cattivi.
- Il camionista che si offre di trasportare la ragazza dentro il confine finlandese deve necessariamente farlo in modo disinteressato, senza accettare soldi in cambio, altrimenti sarà solo un bieco scafista e passerà a sua volta tra le fila dei cattivi.
Sono trovate narrative che potrebbero sembrare semplici sbavature, ma invece sono decisive: a uno sguardo veloce sembrano scelte stilistiche anti-intuitive e anti-realistiche che trasportano Aki Kaurismäki nel mondo del fiabesco o (come era stato per il film precedente) del miracolistico, o come hanno scritto molti critici in un mondo-cinematografico che è proprio del regista. Ma forse a volerle guardare con un po’ di distanza sono i problemi senza apparente soluzione che oggi investono la politica e in particolare la sinistra.
Tutto ciò che era semplice, è scivolato nella complicazione.
Es el imperio del oximoron.
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