Sai perché la famiglia naturale consiste in un padre una madre un figlio e una figlia?»
«Perché?»
«Il padre e la madre lasciali perdere, problemi loro. Pensa ai figli. Il maschio a far continuare la stirpe, la figlia a garantire un matrimonio di convenienza».
«Ah sì?».
«A questo. Tuttavia negli anni novanta questo modello, entrato in auge dopo il crollo della mortalità infantile, è nuovamente entrato in crisi, e si è avuto il boom dei figli unici. E sai perché?».
«Dimmelo te».
«Perché c’era ottimismo. Non solo nella prospettiva di una vita lunga, ma che tutto si sarebbe messo per il meglio. Che un figlio solo era sufficiente. Per il nome e per il matrimonio. Il fallimento non era contemplato».
«E oggi?».
«Oggi niente. Nessun figlia più. E’ per questo che ci siamo inventati la stronzata delle poesie».
«Che poesie?»
«Quelle sui biscotti».
«Ah, è per quello?»
«Sì, abbiamo detto: o svecchiamo il logo o ci mettiamo le poesie. Lui ha detto: Il logo non si tocca. Così, eccoti le poesie».
«Lui chi?»
«Banderas».
«Le poesie, mi dicevi, le scrivi te?»
«Sì, le scrivevo».
«Cioè?»
«Oggi non ho più idee. Se ci hai fatto caso giù all’ufficio adesivi hanno iniziato a mettere sopra le mie poesie delle finte etichette, tipo promozioni, 10% in omaggio, oppure trova la gallina e vinci la bici elettrica. Comunque sia bollini promozionali che premi sono stronzate, con il solo scopo di eclissare le mie poesie. Quell’idea è stata un boomerang. E va sempre peggio. Le ultime che ho scritto sono terribili. Non sono nemmeno più poesie, sono degli haiku».
«Chi?»
«Haiku. Le poesie giapponesi. Senti, ascolta le ultime».
.
Nastrine
Morbide, fatte in casa da nonna
forse
. . .
Ritornello
dolce scivolare nell’abitudine
veloce o galleggia nella tazza
. . .
Tegolino
forse una ventata
e sei andato
.
«È roba inservibile, lo capisci anche tu, che in questo posto porti solo i caffè».
«Beh, è vero fanno cagare».
«Sì, ma ora vattene. Portami un macchiatone, senza schiuma, e sparisci».

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