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In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

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Il filo nascosto | 5 min prima della scena

9 Marzo 2018 di ferruccio mazzanti

Paul Thomas Anderson sta camminando intorno all’automobile mentre il tecnico fissa col cacciavite la telecamera. Paul Thomas Anderson sta canticchiando dentro alla sua testa una canzone di Koudlam, perché è nervoso: se quella automobile si graffia siamo tutti nella merda. Paul Thomas Anderson si sistema di continuo gli occhiali sul naso col dito indice. Paul Thomas Anderson è stanco e non sa che fare mentre il tecnico fissa la telecamera davanti al parabrezza. Poi Paul Thomas Anderson vede Daniel Day-Lewis seduto in un angolo del set che ascolta sommesamente Vicky Krieps. Vicky Krieps sembra piena di entusiasmo e non smette un attimo di parlare. Probabilmente sta raccontando tutta la sua vita per filo e per segno al povero Daniel Day-Lewis, che sorride. Il sorriso di Daniel è la cosa più sexy che il sesso maschile abbia palesato al mondo negli ultimi due millenni. In definitiva Vicky Krieps non smette un attimo di parlare e ridere perché non vuole che Daniel si accorga che quel sorriso la sta mandando fuori di testa. Tutta la troupe ride alle sue spalle, alle spalle di Vicky, perché è talmente palese che Vicky non capisce più nulla quando Daniel sorride che l’unica cosa da fare è riderci su. Vicky è una ragazza di un’intelligenza rara, ma quel sorriso, quel sorriso le spappola il lobo frontale. Ma adesso Paul Thomas Anderson non ha voglia di scherzare. Deve scaricare tutto quel nervosismo che lo sta facendo camminare come un internato intorno all’automobile. Allora si dirige verso i due attori e gli dice:

<<Come state?>>

<<Bene>> Risponde Daniel con un sorriso così buono e puro e bellissimo e…

<<Ma lo sai che me lo chiedeva sempre anche mia nonna, prima di morire, quando avevo quattordici anni e eravamo al mare e mi passava i panini maionese e uova e il tortino di mirtilli e…>>

<<Ok, grazie Vicky – la interrompe Paul Thomas Anderson – ma prima di girare questa scena volevo dirvi due cose>>

<<Certo Paul>> Fa Daniel con la sua voce profonda.

<<Oh>> Fa Vicky portandosi una mano sul petto.

<<Allora, inizierò da te Daniel, da te che sei veramente fantastico. Voglio solo dirti una cosa: quando guiderai quella macchina là, voglio che tu ti trasformi in un bambino. Tu guidando quella macchina devi essere un bambino! Vuoi essere amato, solo amato, non te ne importa nulla di amare, per questo tu guiderai guardando in avanti, sorridendo come se i tuoi genitori ti avessero regalato il trenino quando avevi sei anni, capisci? TU SEI L’INCARNAZIONE DELL’ARTISTA! Tu sei eccessivo! Sei estremo! Tu sei me! Sei tutti noi! Tu, Daniel, hai il dovere, cazzo sì, il dovere, porca puttana, il dovere di sorridere come un bambino mentre guidi quella macchina là! Ci sei solo te! Te che guidi! Ma al contempo tu, che sei l’artista, tu devi sentire la presenza del corpo dell’altro. Devi sentirlo carnalmente, non in modo astratto. Tu guidi la macchina carnalmente, capisci? CARNALMENTE! La guidi per essere amato da lei, da lei che sono tutte le persone da cui vuoi essere amato! Ma sei anche da solo, capisci? SOLO E AMATO! Tu devi sorridere come il più viziato dei bambini, cazzo, capito? HAI PORCA PUTTANA CAPITO?>>

<<Sì – grida Daniel alzandosi dalla sua sedia – sì, cazzo sì, io sorriderò come il più stronzo dei bambini viziati, cazzo, sì, io sono il simbolo dell’artista, cazzo, sì, cazzo! Esisto solo io al mondo, sono il solo che merita tutte le donne di questo pianeta, cazzo, io sorriderò affermando per sempre che sono bello, che sono il bellissimo perché io sono l’artista, cazzo, sì, cazzo!>>

Daniel si avvia verso l’automobile continuando a gridare. A quel punto Paul Thomas si volta verso Vicky e le dice con una voce calda e lenta e rassicurante e poetica e delicatissima e vorrei essere una donna per provare l’esperienza di ascoltare un uomo che mi parla in quel modo lì, in quel modo in cui Paul Thomas Anderson sta parlando a Vicky, per dirle:
<<Hai idea di come tu stia osservando in questo istante Daniel?>>

Vicky sbatte le palpebre e diventa rossa.

<<Ecco – dice Paul Thomas Anderson – voglio che tu lo fissi in quel modo lì. Abbandonati a lui. Non ti interessa dove ti porterà. Non guardare mai la strada davanti a te. C’è solo lui, solo lui. Stai muta a guardarlo. L’amore è silenzio. L’amore è affidarsi a un bambino che non sa guidare>>

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Postato in: Anatomia di un fotogramma Tag: Daniel Day-Lewis, Il filo nascosto, paul thomas anderson, Phantom-Thread, Vicky Krieps Fai un commento

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