di Aquiles José Martínez Pérez
Lineas entre dos Mundos
«Compare, venga qua! Non faccia così.»
«Le ho già detto che non mi voglio impicciare in questa roba, Chumba. Vada da un altro. Sparviere non caccia mosche.»
«Ma quale mosche, compare. L’ingegnere paga bei quattrini. Guardi qua, guardi qua quanti quattrini per Lei.»
«E quanti se ne prende Lei, eh Chumba?»
«Nulla! Glielo giuro, compare. È solo per fare un piacere all’ingegnere. Se potessi, me ne occuperei io. Ma Lei sa come è la mia signora: se viene a sapere che sono stato delle Caribe, mi mette a pane e acqua per un mese.»
«E chi è che comanda a casa sua, eh Chumba? Da Lei canta gallo o gallina?»
«Canta gallo e gallina, compare. Ma questo che c’entra? Compare, compare, mi faccia questo piacere, che sono già rimasto in parola con l’ingegnere.»
«Lei sa come si va dalle Caribe? Lei se lo ricorda, Chumba?»
«Eh come faccio a dimenticarmelo compare, con tutte le buone donne che ci sono là.»
«E allora Lei sa che devo prendere la curiara e risalire il fiume e…»
«Precisamente, precisamente compare, chi meglio di Lei, che conosce questo fiume meglio di un coporo.»
«Ma Lei lo vede quel ragazzo, Chumba? Lei lo vede? Guardi come ha le scarpe bianche. Non vede che non è come noi, che noi camminiamo coi piedi scalzi, che abbiamo i denti neri di chimò e di rum? Quel ragazzo non è mai salito in vita sua su una curiara, Chumba. E se mi cade in acqua e lo morde una payara? Che faccio io, ah? Che faccio io se gli succede qualcosa?»
«Eeeeeeh ma quale payara! In questo fiume non si vede manco sierra per fare brodo. Venga qua compare, entriamo un po’ dalla Ramona e ci prendiamo una birra, che Lei ha la cocuzza calda e non ci vede chiaro… Venga compare, si sieda qua. Anche tu Fernandito, non avere paura… Ramona! Tre birre ghiacciate.»
«Ora ve le porta Yajaira. Una per Lei e l’altra per il suo marito, ma al ragazzo io non do da bere.»
«Porti rispetto, Ramona, porti rispetto, e porti anche una birra al ragazzo, che oggi si fa uomo.»
«Non se ne parla. Quanti anni ha questo ragazzo?»
«Eeeeeh, ma che adesso si è messa a fare la poliziotta, Ramona? Porti la birra e non faccia troppe domande, che io e il mio compare vediamo del ragazzo. Vero compare?»
«Quanti anni ha il ragazzo, Chumba?»
«Sedici compare, sedici, stia tranquillo. Non sembra, ma è che nella capitale crescono viziati. Per questo l’ingegnere vuole che lo porti dalle Caribe, per dare una svegliata al ragazzo, che poi gli viene su storto.»
«Noi a sedici anni non sapevamo come era fatta una donna, Chumba.»
«Però sapevamo come era fatta una ciuca… Se la ricorda compare, la Cariñosa?»
«Eccome se me la ricordo, mi seguiva ovunque quella ciuca del demonio.»
«Eh certo compare, con il topocho che ha Lei, si era innamorata la ciuca. Lei, compare, non ha un topocho normale, per quello nessuna lo vuole sposare… Le vedono il topocho e prendono paura… A me non mi voleva così bene la Cariñosa, dovevo legarle le zampe. Ah la Cariñosa! Non me la scorderò mai, quella ciuca… Ma ecco, ecco che arriva Yajaira con le birre… Ah Yajaira, ma come è bella Lei oggi.»
«Via con quelle mani, Chumba, che le ha troppo lunghe.»
«Venga qua Yajaira. Io volevo solo spaventarle le zanzare, che poi le mangiano quelle gambe belle.»
«Le zanzare le so ammazzare da sola. Piuttosto metta quelle mani nelle tasche e tiri fuori le banconote.»
«Ma non si arrabbi Yajaira, ora la paghiamo. Ci porti prima altre due birre, che queste, io e il mio compare le secchiamo in un attimo.»
«E chi le paga tutte ste birre?»
«Le paga il compare qua presente, che oggi si è guadagnato dei bei quattrini.»
«Il suo compare? Pinilla? Bah! Senti questo Ramona, senti, senti. Vuole altre birre e dice che la paga Pinilla, come se non sapessimo che non pesca una sierra da settimane…»
«Allora, allora, allora, ferma lì Yajaira. Che ne sa Lei di quello che pesco o non pesco io? Si faccia gli affari suoi. Qua il Chumba le ha detto che pago io, e così sarà fatto. Ci porti le birre e se ne prenda una per sé e un’altra per la sua padrona, che offro io… Ora vada, presto, presto, che ho cose da fare.»
«Uuuuhum, scusi allora signor Pinilla! Ora vado subito a prenderle le birre, sia mai che arriva in ritardo per colpa mia…Via con ste mani svergognato!»
«Ah come mi scalda la Yajaira, compare. Così piacciono a me le giumente: capricciose… Ma allora è fatta compare? mi farà sto piacere?»
«E sia, Chumba. E sia. Ma senta un po’, si ricordi bene questo che le dico: io il ragazzo lo porto indietro a Lei, intero o a pezzi. Non voglio avere a che fare con l’ingegnere e tanto meno con la mamma. Quello che succede al ragazzo sono affari suoi, Chumba. Io non mi impiccio!»
«Ma si capisce compare, si capisce! Stia tranquillo, che non succederà niente. Ora si prenda sti soldi e paghi la Ramona. Guardi, guardi come viene la vecchia. Non si fida!»
«Ecco qua le birre. Dove stanno i soldi Pinilla?»
«E perché non ci ha mandato la Yajaira? Che c’è? Puzziamo mica noi?»
«Di rum e di chimò puzzate, come tutti gli svergognati che vengono a bere qua. Ma non è per questo che ve le porto io. Pare che il Chumba oggi ha le mani troppo lunghe. Vediamo se le allunga anche con me.»
«Ah Ramona, le piacerebbe, le piacerebbe.»
«Allora, dove sono sti soldi?»
«Ecco qua, per le birre di oggi.»
«E per le altre ventidue che mi devi, eh? Quando me le paghi le altre, Pinilla?»
«E sia, e sia… Ecco qua anche per le altre, e si tenga il resto.»
«Ora sì che ci capiamo Pinilla, io le pago i suoi pesci e Lei mi paga le mie birre… Senta un po’, chi è questo bel ragazzo? Guarda che occhi azzurri… Tu non sei di qua, sembri un mesié.»
«Eeeeeh non sia pettegola, Ramona. Il compare le ha già dato i soldi. Se ne vada in pace e non metta il naso dove non deve.»
«Uuuuhm qua c’è puzza di pesce marcio. Tua madre sa che sei qui con questi svergognati, ragazzo?»
«Lo sa il padre, se ci tiene tanto Ramona.»
«E…»
«E via, via. Ora noi ce ne andiamo e basta con le domande. Ci vediamo dopo, Chumba. Mi aspetti qua.»
«Ma non ha finito la birra, compare…»
«Le finisca Lei, Chumba. Su, ragazzo, andiamo. Andiamo ora, prima che me ne penta.»
«Vai Fernandito, fai come dice il compare e non avere paura. Tra due ore torni fatto uomo.»
«Andiamo ragazzo… E si ricordi quello che le ho detto, Chumba: io non mi impiccio!»
Ma lui si era già impicciato, e lo sapeva.
Quello che invece non sapeva era che io, con i miei sedici anni, conoscevo già molto bene come fosse fatta una donna.
Se ne era occupata la zia Ignacia, la sera del mio dodicesimo compleanno. Mentre gli altri dormivano, lei entrò nella mia cameretta in penombra, si spogliò e disse: «tocca», spazzando via in un attimo mesi di puerile spionaggio.
D’allora la cameretta si trasformò in un mondo di lussuria e precoce esplorazione. Un mondo che, quattro anni dopo, crollò rovinosamente quando mio padre, “l’ingegnere”, spalancò la porta.
Non ci trovò la zia Ignacia, ma un mio compagno di classe. Si chiamava Arturo, era madido di sudore, sprofondava in me con vigore. Io soffocavo le urla di piacere nella pancia di un enorme peluche che chiamavo Tino.
Mio padre mi punì, mi minacciò, e pianse sconsolato. Poi pensò che forse non era tutto perso e gli venne in mente quell’idea di portami nel paese del nonno per farmi diventare un uomo vero.
Affidò il compito a Chumba, senza troppe spiegazioni. E io mi rassegnai all’idea di dover andare dalle Caribe. Ma poi, mentre bevevamo le birre dalla Ramona, notai che gli occhi torbidi di Pinilla evitavano di guardarmi. E non solo: quando la Ramona si mise a fare domande e io stentai un sorriso sghembo, lui arrossì fino alla punta delle orecchie.
E a me, fu tutto molto chiaro.
Mi sedetti a prua della curiara, rivolto verso poppa. Di fronte a me, sul fondo dell’imbarcazione, c’era una rete da pesca e un secchio pieno di sassi per attirare i pesci. Più indietro, a poppa, c’era Pinilla. Manovrava il motore con lo sguardo fisso sulla rotta, beveva rum e masticava chimò.
La curiara scivolava veloce e presto non restò traccia del paese. A destra e sinistra, su entrambe le sponde, gli alberi fitti sembravano inghiottire le acque torbide del fiume. Dalle loro chiome si alzavano in volo gazze bianche e araucos neri. Io e Pinilla non ci eravamo ancora rivolti nemmeno una parola.
Poi lui disse: «Troppi tronchi in acqua.» e spense il motore.
L’aria si riempì dallo stridio delle cicale. Pinilla si tolse la maglietta, e si mise a dare di remo. Io fissai il suo petto tostato, glabro e virile. Lucido di sudore, sembrava intagliato nel mogano.
«Signor Pinilla…» dissi.
«Comandi padroncino» disse lui con lo sguardo fisso oltre la prua.
«Non serve che mi porti dalle Caribe.»
Lui continuò a dare di remo, due colpi a un lato e due all’altro, evitando il mio sguardo.
«Non deve avere paura, padroncino. Quelle donne sanno come fare con i ragazzi come Lei.»
«Non ho paura… Ma non serve che mi porti.»
«Io sono già rimasto in parola con il Chumba, padroncino. Come faccio poi io?»
«Chumba non lo saprà se Lei non glielo dice… Guardi qua, questi sono i soldi che mi ha dato mio padre per pagare le Caribe. Li do a Lei, ci faccia quello che meglio le pare, io non li voglio… Guardi, non sono pochi.»
Ma lui non guardò. Sorrise soltanto, con i suoi denti neri di rum e di chimò.
«Il padroncino sa già come fare affari» disse, e sputò nel fiume. «Ma se io la riporto ora indietro, il Chumba si accorgerà subito che non siamo andati dalle Caribe. Non è mica scemo lui.»
«E a lui che differenza fa? Senta, se proprio non vuole che sospetti, aspettiamo nascosti un po’ qua e poi torniamo.»
Lui diede altri due colpi, riflettendo alle mie parole. Poi si fermò e, fissandomi dritto negli occhi, posò il remo dentro la curiara.
«E che facciamo noi due nel frattempo?» disse.
La curiara scivolò ancora qualche metro in avanti, poi iniziò a ruotare alla deriva. E mentre le sponde ci giravano attorno, io accennai un sorriso e mi tolsi la maglietta.
Pinilla, con il petto in affanno, non distolse più lo sguardo.
***
Questo racconto fa parte della rubrica Lineas Entre dos Mundos, percorso di avvicinamento all’edizione 2024 del festival Entre dos Mundos, dedicato al cinema iberoamericano, che si terrà a Firenze dal 19 al 21 settembre 2024.
Da giugno a settembre, ogni settimana, pubblicheremo un racconto ispirato a un film scritto, diretto, girato e prodotto in un paese dell’America Iberica.
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