Lineas Entre dos Mundos
Nei pressi di Puerto Nariño, nell’Amazzonia colombiana, si trova un edificio noto come la Torre dei riflessi. Questa struttura è oggetto di numerose speculazioni. Si dice che chiunque riesca a raggiungere la sala centrale, vi troverà uno specchio di cristallo dentro il quale può scorgere i riflessi del proprio futuro. Ma chiunque si sia ad oggi avventurato in quel tratto di foresta, non ha mai fatto ritorno, dunque niente può accreditare tali speculazioni, fatta eccezione per alcune pagine di diario, di autore ignoto, custodite oggi nella Biblioteca Centrale di Bogotà.
Ne riportiamo qui gli estratti ad oggi decifrati.
“[…] in quanto erudito in cerca dell’ineffabile, capace di nutrire la mente solo con misteri che sfidano la comprensione razionale, giunsi in questa antica città mettendo insieme le discordanti testimonianze degli abitanti di Puerto Nariño, concordi solo nel definire l’ordine dei custodi della Torre, come uomini pigri che avevano dedicato la vita alla contemplazione del tempo e del suo cronico scorrere […].
[…] alle spalle quel villaggio fatto di strade fangose e case colorate, costeggiai il Rio delle Amazzoni, facendo attenzione a non sconfinare nei territori della comunità Ziera Amena. Dopo tre giorni e due notti di cammino, giunsi alla foce del Rio Amacayacu, prima di risalire verso San Martin de Amacayacu, seguendo il camino Wayruru, accompagnato da […].“[…] al solo vedere quell’edificio spiccare solido e fiero tra il fitto della vegetazione, a testimonianza di epoche dimenticate, constatati che se fossi stato anch’io pigro quanto le menti che l’avevano architettato, non avrei retto il peso della mia stessa sapienza […].
[…] con passo deciso e mente sgombra da ogni suggestione o pregiudizio, entrai accompagnato dalla curiosità e da una torcia che con un flebile fascio di luce penetrava il pregnante silenzio che gravava su ogni pietra di quell’edificio” […].“[…] le pareti di ogni piano, coperte da consunti bassorilievi, custodiscono segreti di conoscenze oggi dimenticate. Riportavano quesiti che mescolavano con arguta sapienza matematica, astronomia e filosofia. Non mi curari di risolverli, perché seguivo le soluzioni tracciate sui muri di chi già prima di me aveva attraversato quegli spazi, e notavo, senza troppo stupore che più salivo, più la complessità dei quesiti aumentava, quasi fossero chiavi per un’ascesa verso la conoscenza metafisica” […].
“[…] a conferma del mio smarrimento, un enigma irrisolto che però non fui il primo a trovare. Le soluzioni proposte dai miei predecessori erano infatti state cancellate, distrutte, polverizzate. In una parola: rifiutate. Non perché errate, né perché blasfeme o irrispettose del posto, ma perché impossibili da accettare senza scivolare in una paradossale schizofrenia. Chiedeva, l’enigma: se un uomo vede il suo futuro in uno specchio e tenta di cambiarlo, quale futuro sta in realtà osservando?” […].
[…] Ogni risposta pretendeva una decisione che generava una ramificazione che apriva a percorsi verso infinite possibilità interconnesse da probabilità causali o casuali, che non davano mai un esito certo, definito, sicuro, quasi fossero lì a dirti di non credere mai in ciò che vedi o senti o leggi […]”.“[…] incauto esploratore come già lo fui io, quale vertigine in quel labirintico aggrovigliarsi di stanze e piani che ora pareva quasi lineare a cospetto delle molteplicità aperte da un quesito così banale. Posa la tua ostinata e materiale razionalità se ti ci sei imbattuto, perché la verità non è nelle parole, ma nel riflesso che in esse ti sfugge […]”.
Gli estratti decifrati terminano qui.
Seguono pagine con disegni privi di senso, schizzi violenti, cancellazioni abrasive e vorticosi rigurgiti di inchiostro, da alcuni interpretati come un tentativo dell’autore di ricostruire la mappa della Torre per ritrovare l’uscita, da altri come la testimonianza del suo precipizio verso la follia.
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Questo racconto fa parte della rubrica Lineas Entre dos Mundos, percorso di avvicinamento all’edizione 2024 del festival Entre dos Mundos, dedicato al cinema iberoamericano, che si terrà a Firenze dal 19 al 21 settembre 2024.
Da giugno a settembre, ogni settimana, pubblicheremo un racconto ispirato a un film scritto, diretto, girato e prodotto in un paese dell’America Iberica.
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