Di Paolo Gamerro
Durante la prima quarantena (o forse era la seconda? Boh), ho visto Blue Jay, un mumblecore super-frignone con Sarah Paulson e Mark Duplass che interpretano Amanda e Jim, due ex fidanzati che si rincontrano per la prima volta tra le corsie di un supermercato tipo vent’anni dopo la fine della loro storia adolescenziale (che nasconde anche ricordi belli pesi). Solita roba: si cresce, ma non si cambia più di tanto davvero; si diventa adulti, ma le insicurezze rimangono sempre quelle; si ride, si piange, io mi sono addormentato due volte e non l’ho finito tutto. La cosa più bella di questa storia d’amore struggente rimane a mio avviso il giaccone della Carhartt che indossa Jim all’inizio del film quando sta facendo la spesa. È il classico giubbotto pesante con il cappuccio e l’interno in pelo (forse non è propriamente pelo, ma un materiale soffice e morbidino perfetto per i freddi inverni in provincia di Varese) che ho sempre voluto ma non ho mai comprato. Questo per due motivi: il primo è che quando frequentavo l’università e tutti i miei amici rock-alternativi lo indossavano, io non avevo soldi per prenderlo. Il secondo è che su di me sta davvero male. Qualche anno fa me lo sono provato da Treesse Sport in Via Torino a Milano e, sarà che sono ingrassato di venti chili, ma sembravo Massimo Boldi in Scuola di ladri [È comunque una giacca bella imbottita. Poi certo, io sono sovrappeso.].
Su Mark Duplass, invece, che è alto e magro, fa tutta un’altra figura.
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