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In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

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Avengers: Endgame | Ho un problema con la fine

16 Maggio 2019 di ferruccio mazzanti

Ciao, sono la recensione di un film difficile da recensire, perché lo spoiler è dietro l’angolo come poche cose al mondo nel film che dovrei recensire, per cui non so proprio come recensirlo senza recensire in me stesso quella nozione che potrebbe rovinarti una fruizione sana del film stesso. Ti prometto che adesso la smetto con le ripetizioni ricorsive, anche se ogni recensione che si rispetti è ripetitiva nel fondo della sua anima.

Quello che volevo dirti è che ho problemi a concepire la fine, come quando due recensioni si lasciano o come quando una recensione muore. Soprattutto se si parla di una saga lunga e a suo modo complessa come quella messa in piedi dalla Marvel. Sembrerebbe proprio che quelli della Marvel abbiano fatto film per vent’anni solo per portarci a fare il piantino di fronte a Endgame. Se non fossi una recensione, ma una discussione da bar, affermerei senza grossi problemi: BRAVI! Ma essendo appunto una recensione, mi sento in dovere di trovare un modo più pomposo per spiegarti qualcosa.

Per spiegarti questa cosa volevo iniziare da quando ero una recensione bambina. Sono nata un pomeriggio di un freddo maggio nel pieno del riscaldamento globale dalla mente di un tipo che in realtà non ho mai incontrato di persona. Questo tipo è in un certo qual modo il mio Zeus e io la sua Atena, dato che sono scaturito dalla sua mente, ma in realtà penso che sia una persona normalissima. Non posso dirlo con certezza, ma se la incontri per strada vuole sorriderti e salutarti con la mano.

Quando ero nell’adolescenza volevo assolutamente dimostrare la mia indipendenza, la mia forza e la mia originalità. Io credo che noi recensioni nasciamo da un fortissimo bisogno di dichiarare che al di là dell’oggetto che stiamo recensendo, pure noi abbiamo una dignità, che talvolta, proprio perché spiega il significato di un’opera artistica, si pone su un piano al contempo superiore e inferiore rispetto all’opera stessa. Se da una parte siamo un prodotto derivativo, dall’altra senza di noi molti quadri o film o libri non potrebbero avere la giusta risonanza nel mondo dei fruitori.

Quando mi sono iscritta all’università delle recensioni ho cominciato a usare paroloni importanti, come extradiegetico, cronotopo, semioticamente inteso, montaggio intellettuale, aptico, attanziale e via dicendo. Devo dire che è la nostra natura recensente che ci spinge a usare questi lemmi così ricercati. Provo un piacere naturale a essere un oggetto che deve a sua volta venir decifrato.

Dopo la più grande delusione amorosa della mia vita, avuta con una recensione di prodotti grafici, ho deciso che non sarei più stata una recensione didascalica, per quanto affastellata da enigmi a sua volta da decifrare. Non è stata una decisione presa coscientemente, sono semplicemente cambiata. Sono diventata una forma discorsiva che avanza per analogie. Se volevo dire che una cosa mi piaceva, parlavo di quando da bambina mia nonna mi comprava il gelato.

Adesso che sono una recensione che ha avuto figli, che stanno crescendo e stanno seguendo la loro strada, posso dire di essermi trasformata in una specie di metarecensione, ovvero recensisco me stessa e tutte le altre recensioni, anzi recensisco la possibilità stessa di recensire. Credo che sia il grande problema dell’invecchiare. Da giovani, lo vedo coi miei figli, siamo tutti aperti al mondo e a quello che ha da offrirci, ma da vecchi iniziamo a ripiegarci su noi stessi, entriamo in politica e raccontiamo sempre più il nostro punto di vista, le nostre esperienze, il nostro ego.

E poi, è dura da accettare, ma dobbiamo essere messe in un archivio di un blog o di un giornale cartaceo e lì piano piano essere dimenticate e morire in hard disk collocati chi sa dove, fuori dalla storia, fuori dal tempo. E speriamo che qualcuno si ricordi di pagare il dominio, perché altrimenti anche la nostra lapide verrà divelta da quel vasto cimitero che è Internet.

Ecco cosa volevo dire sulla saga Marvel che si è conclusa con Avengers: Endgame. Non volevo dire niente di più e niente di meno di questo.

Ciao, vi voglio bene e spero che siate tutti contenti.

____________________________________________________________________________

P.S.

Io comunque continuo a pensare che Thanos sbagli nei modi e nei contenuti, ma che, porca troia, sia proprio un gran fico. Lo vorrei assolutamente come amico. Un altro che potrei accettare come amico è Hulk e tutti i Guardiani della Galassia. Invece Capitan America lo lascio alla vostra rete sociale, anche Black Panther e Spider Man. Per quanto riguarda Iron Man non so se lo avrei voluto come amico, ma di certo mi ma**h*rà.

 

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Postato in: Lo sfogone, Oceani di autoreferenzialità, Recensioni vere, Sono figo solo io Tag: Atena, avengers, recensioni, Zues Fai un commento

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