• Chi siamo
  • Contattaci

In fuga dalla bocciofila

  • Home
  • Categorie
    • Anatomia di un fotogramma
    • Cartoline dal foyer
    • La scena tagliata
    • La sindrome del personaggio secondario
    • Lo sfogone
    • Oceani di autoreferenzialità
    • Recensioni vere
    • La recensione di Ferruccio Morandini
    • La vertigine della lista
  • Festival
    • Festival dei Popoli
    • Festival di Cannes
    • L’arte dello Schermo
    • Lo Schermo dell’Arte
    • Torino Film Festival
  • Haiku
  • Archivio
    • Indice Alfabetico
    • Archivio per mesi
  • Cerca

Ave, Cesare | Le cose là fuori

24 Marzo 2016 di Francesca Corpaci

Un buon metodo per selezionare gli amici potrebbe essere domandare ai potenziali candidati se non gli dispiaccia andare al cinema di pomeriggio. E’ stata una delle prime cose che ci siamo detti, io e Pietro, che preferiamo andare al cinema a quelli spettacoli in cui se va bene ci saranno si e no una decina di spettatori, in cui la sala non è ancora ricoperta da un strato scricchiolante di pop corn e bottiglie di plastica, in cui quando si esce c’è ancora la luce, pure d’inverno.

Qualche giorno fa ho preso il treno, e sono andata a trovarlo, Pietro, che vive in una città faticosamente collegata alla mia da un incastro di regionali che attraversano paesi con nomi mai sentiti prima, di cui alcuni così poco degni di nota da non meritare nemmeno una stazione tutta per loro, no, solo una specie di generico fermo posta per esseri umani. San Benedetto Val di Sambro – Castiglione dei Pepoli. Musiano – Pian di Macina. Lungo il tragitto, edifici a due o tre piani con tende da sole verdi di muffa, balconi privi di piante, serrande abbassate, fumi sfilacciati che si sollevano dai comignoli. Le facciate ingrigite, non tanto per il clima umido o per l’inquinamento, ma per la tristezza di dover risiedere eternamente in un luogo di passaggio. Per la condanna a non poter essere guardate che per qualche breve secondo, da un viaggiatore distratto.

La città dove vive Pietro è un luogo in cui gli eventi accadono, mentre nella mia fatti già accaduti in tempi lontanissimi tendono a conservarsi fino a sembrare preesistenti alla città stessa, ai suoi marciapiedi ragionevolmente puliti, al fiume che l’attraversa, agli alberi che ne percorrono i viali.

I regionali sono tutti in ritardo, le fermate intermedie si prolungano aggiungendo prima minuti e poi ore al momento stimato per l’arrivo. Alla fine, al cinema dovremo andarci la sera.

Quando viene a prendermi al binario, Pietro mi racconta che in alcuni quartieri ci sono stati disordini dovuti a opinioni discordanti sulla destinazione dell’arte e sul ruolo dell’artista, sul concetto di autore e di proprietà dell’opera, sul senso dell’espressione “degrado urbano”. Ne hanno parlato tutte le maggiori testate, è stata una cosa che ha generato scalpore. C’è chi si è indignato, chi si è profuso in lodi per gli attivisti e per la causa, e chi semplicemente ha ripetuto cose sentite dire da qualcun altro, tanto per sentirsi meno solo. Da dove vengo io, le questioni sono molto più prosaiche. I lavori per la tramvia che rallentano il traffico in direzione ospedale, il fatto che i supermercati non restino aperti la domenica, la diatriba sull’effettiva integrabilità nel paesaggio di un nuovo edificio dalle linee troppo moderne.

Ceniamo seduti ai tavolini di un bar lungo una via del centro, con i cappotti aperti. E’ quasi primavera, la strada si riempie di gente e l’aria è bella intorno a noi. Domani potremmo andare in campagna, mi propone, ho visto che dovrebbe esserci il sole. Gli rispondo che mi sembra una buona idea e poi, non so perché, inizio a ripercorrere mentalmente il tragitto che ho fatto poche ore prima in treno. La successione delle fermate, i pannelli antirumore con piccole rondini dipinte per evitare che gli uccelli veri ci si schiantino contro uccidendosi, ingannati dalla trasparenza. Faccio da capo tutto il viaggio, oblitero mentalmente biglietti fatti al volo in stazioni di cambio, rivedo gli alberi scuri dell’Appennino, poi scendo in Centrale e cammino fino al bar, fino allo sgabello su cui sono seduta. Sono di nuovo intera.

Paghiamo e ci incamminiamo verso il cinema. Stasera vedremo il nuovo dei Coen, in cui un gruppo di ferventi comunisti rapisce una star del peplum, una diva del genere acquatico resta incinta di non si sa chi e un cowboy viene trapiantato in un salotto da bridge. Ci sono un sacco di attori famosi e in poco meno di due ore succedono tantissime cose divertenti. Il biglietto costa otto euro e cinquanta, un po’ di più che dalle mie parti, e lo schermo è uno dei più grossi che abbia mai visto.

Anche se il film mi piace, non riesco a seguirlo. Pietro è stanco, ha avuto una settimana lunga, ogni tanto ride e sbadiglia insieme. Sento il rumore della vita là fuori, vorrei dirgli. E’ una specie di boato assordante, come se tutti i fiori del mondo stessero sbocciando nello stesso istante, come se tutte le forchette del mondo stessero cadendo nello stesso istante, come se tutte le persone del mondo si stessero voltando nello stesso istante. Sono miliardi di insetti che hanno scelto di diventare farfalle contemporaneamente, sterminati banchi di pesci che si inseguono nell’oceano per accoppiarsi, le sirene di ogni singola fabbrica sulla faccia del pianeta sincronizzate per suonare all’unisono. Ci sono cose che scoppiano sopra e sotto la superficie terrestre, stelle che deflagrano illuminando il cielo con enormi fuochi d’artificio, e anche la più piccola goccia del mare si sta trasformando in un’onda che si riversa in un’onda che si riversa in un’onda sempre più grande, sempre di più, sempre di più, fino a sembrare una montagna azzurra. Cosa ci facciamo seduti qui, non lo senti anche tu? Ascoltala, ci sta chiamando.

Questo vorrei dirgli, e invece non gli dico proprio niente.

Rimango in silenzio, fino alla fine.

Condividi:

  • Facebook
  • LinkedIn
  • Twitter

Postato in: Oceani di autoreferenzialità Tag: ave cesare, fratelli coen, george clooney, la verità è là fuori, treni Fai un commento

Rispondi Annulla risposta

  • Chi siamo
  • Contattaci

© 2023 · In Fuga dalla Bocciofila · Website designed by Alessio Pangos · Privacy Policy"In fuga dalla bocciofila" cerca di fare molta attenzione a non pubblicare materiali che possano ledere in alcun modo il diritto d’autore. Tutti i media [immagini, video ed audio] sono pubblicati a bassa risoluzione, in pieno rispetto del comma 1 bis dell’articolo 70 della Legge sul Diritto d’Autore che consente “la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro”. Chiunque ritenga che sul sito siano presenti testi, immagini, audio e/o video non opp​o​rtunamente licenziati, contatti i soci per chiarimenti.

Questo sito utilizza cookie per le proprie funzionalità e per inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, o continuando con la navigazione acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui / CHIUDI
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA