Di Matthew Licht
Nei primi anni 80, gli spot pubblicitari per i profumi firmati Calvin Klein non mi sembravano meno belli dei film di Terence Malick. Erano la versione light, oppure l’essenza, dello stesso effimero concetto. Non so chi li abbia diretti.
Tom Ford, stilista e ora regista, sembra portare rispetto per gli scrittori e per la scrittura, che non è proprio tipico per la gente di Hollywood. In Animali notturni una critica eccessivamente brutale sprona uno scrittore a usare la fantasia per fare del male.
Un’eleganza minimale, quasi imperscrutabile e antisettica caratterizzava Tom Ford, stilista. Il suo gusto fece rinascere una grande marca del lusso italiano. Nel film, Ford regista dipinge lo schermo con nuvole all’alba e al tramonto, con come sfondo le praterie sterminate, brutali e belle del Texas, dov’è nato. Pare quasi di sentire il profumo delle erbe che vi crescono. Le scene notturne riprese a Los Angeles potrebbero essere particolari dei quadri di LeRoy Neiman, (gusto Playboy, durante l’alcione della rivista). Entrambi sono bei posti dove succedono cose brutte.
Ford regista avrà studiato i film di David Lynch, e ne rende omaggio creando un’atmosfera da incubo, con bella gente che si comporta mostruosamente. Fortissima l’immagine di due vecchi mostri mangiacarburante Made in USA che procedono minacciosamente a braccetto su una strada al buio in mezzo al nulla.
Il film è tratto dal libro, forse un bestseller, Tony & Susan (Susan & Tony), di Austin Wright, uno scrittore meno abile di Christopher Isherwood, dal cui romanzo Tom Ford, regista, ha tratto il primo film, Un uomo solo. O forse Tom Ford, regista, scrittore e produttore è meno bravo a adattare romanzi per lo schermo. Uno dei due sbaglia spiegando le ragioni per l’incubo che ha suscitato. O forse sbagliano entrambi. Non lo so. Non credo che leggerò il libro.
Seppure con grande estro, Tom Ford regista appropria momenti da dozzinali film horror. Fa balzare all’occhio dei mostri che fanno le linguacce.
Bisogna dire però che il film di Tom Ford non sembra un lungo spot, come spesso avviene oramai. Per quanto sia evidente che al regista piacciano i vecchi orologi Rolex e le vecchie Mercedes e Dodge GTO, non gli fa pubblicità, sono assenti primissimi piani commercialmente pornografici. Gli occhialoni che Amy Adams si mette per leggere la bozza del libro della vendetta sono vistosi, ma non sono griffati Tom Ford.
Chissà che genere di stilisti sarebbero stati Billy Wilder, Orson Welles, Stanley Kubrick? Magari per qualche miracolo di cross-licensing lo sapremo.
Matthew Licht
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