di M.R.
Ero in sala con la mia ragazza e ad un certo punto sullo schermo la figlia ha annunciato alla madre di essere incinta e io ho rabbrividito insieme a lei. “Non devi mica farti venire l’ansia anche tu”, mi ha detto allora la mia ragazza, ma io non mi sono calmato subito. Sarà che la madre ne aveva due di figlie, una sulla trentina e una adolescente, e io le confondevo sempre, sarà che quello era un po’ un colpo di scena, sarà che sono sensibile all’argomento, ma mi sono inquietato.
La madre invece si riprendeva subito, salvo poi mettersi a piangere pochi secondi dopo, d’altronde era all’inizio della menopausa e nel resto del film attraversava tutte le fasi dell’umore: diventava nostalgica, esaltata, arrabbiata, eccitata, triste, innamorata, divertita ecc.
Anche io mi sono ripreso, il film era molto divertente e in certi punti ridevo a crepapelle, ma continuavo a confondere alcuni personaggi: quello lì non era il suo ginecologo? Perché siede accanto a lei a cena dalla sua amica? E questo tizio con gli occhiali chi sarà, forse l’ex-marito? Ma perché non lo presentano?
La madre era spaesata come me: non faceva più la cameriera, si era licenziata, ma non riusciva a trovare un altro lavoro, mentre delle due figlie una (ma vai a capire quale…) era incinta e l’altra persa dietro a un musicista che non era così perso per lei. Allora litigavano, si urlavano addosso e poi si abbracciavano tutte insieme, cose tipiche da donne; non le capirò mai. Poi la figlia più piccola (ora le distinguevo, perché l’altra aveva messo su il pancione) voleva scappare di casa per stare con il musicista e io tifavo perché la madre la fermasse, mi pareva ovvio che stesse per fare una cazzata, ma non è andata così. Ed era come quando discuto con i miei familiari, mi pare sempre ovvio che siano loro a sbagliare, ma non c’è nessuno a osservarci come spettatore, quindi non posso mai essere sicuro fino in fondo che non sia io a prendere la decisione sbagliata.
La madre, nel frattempo, continuava sulla sua strada: le figlie non le davano retta, l’ex-marito non poteva aiutarla, i lavori che trovava non erano un granché. Però la sceneggiatura imbocca uno spiegone e lei capisce che in qualche modo farà, non finisce tutto a 50 anni, la vita va avanti e lei deve seguirla, se rimane indietro è solo colpa sua.
Io di anni ne ho la metà e forse penso un po’ troppo a come saranno le cose quando ne avrò il doppio, però purtroppo non c’è nessun spiegone per me e tocca arrangiarsi e fare qualcosa, perché la vita va sempre avanti.
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