La saga degli X Men è giunta al suo nono (9) capitolo fantastrabiliante ed io non ho saputo (ma perché? che c’è nell’intrattenimento di così tanto irrinunciabile?) dir di no a questo nono film, ho convinto pure la mia nuova ragazza ad accompagnarmi assieme ad altri due bocciofilari, così tanto per vedere una pellicola veramente faraonica che cola oro da tutte le parti e vi giuro che se potessi tornare indietro nel tempo lo rifarei.
E’ che i film degli X Men sono proprio una cosa fica.
La prima trilogia era veramente una cosa megamegafica, anche se a riguardarla adesso non succede proprio nulla, cioè quello che succede in un film girato oggi giorno nella prima trilogia succede in tre film di almeno 10 anni fa. E’ come se per riuscire a portare a termine una storia si fosse ormai costretti a condensarne insieme due o più, così tanto per buttarci dentro un sacco di roba e intrattenerci sempre di più, sempre di più. E pure il ritmo (soprattutto in X Men 1) lascia un po’ a desiderare. Grazie agli X Men si riesce a capire come sia cambiato il puro intrattenimento negli ultimi sedici anni. Viva gli X Men.
E’ che i film degli X Men sono proprio una cosa fica.
Poi ci sono i film su Wolverine, che è il più fico tra tutti gli X Men, anche se un vero fan non lo direbbe mai apertamente perché essendo oggettivamente il più fico di tutti non è bene dire che è il tuo preferito (è come quando ad un filosofo dici: ho scoperto un tipo che è veramente tosto, si chiama Martin Heidegger, tu lo conosci?). Wolverine è così mitico che dire che è mitico è quasi imbarazzante. Per cui cercherò di essere originale, e dirò che forse la mia preferita è Tempesta… Ah non fa fico neanche lei, eh? Allora Mystica, lei si che è una coi controcoglioni. Ah lei poi non si può proprio dire. Ok, ok allora il mio preferito, lo giuro, è Max Eisenhardt anche conosciuto come Erik Magnus Lehnsherr o ancor meglio conosciuto come Magneto e vaffanculo se è così tanto fico che non fa fico dirlo.
E poi c’è quest’ultimo capitolo, X Men Apocalisse, dove l’ipercattivissimo En Sabah Nur risorge dalle macerie dell’antico Egitto. Costui è così irreversibilmente maligno che quando parla sembra una parodia di Gesù Cristo, una parodia che non fa ridere. E gli effetti speciali sono così supermegaultrafantastici che forse salverei solo i titoli di coda o giù di lì, anche se alcune scene sono di una comicità involontaria talmente impagabile che nel complesso ci si piega in due dalle risate per due ore e mezzo. Inoltre il messaggio latentemente politico di una democrazia aperta e liberale contro un totalitarismo proveniente dal magreb lascia a tratti un vago senso di amarezza e stupefazione.
Tuttuavia però si deve proprio riconoscere che il vero problema è la catena causa effetto, che è talmente compressa dalla ridondanza della saga, che ogni colpo di scena lo si può ritrovare in un qualsiasi capitolo precedente degli X Men e ogni battuta rimanda costantemente a qualcosa di già comprabile in Blue Ray. Il risultato è che questa Apocalisse non è altro che un riassunto per niente fico dei riassunti precedenti.
[…] mica perché inizio a non ricordarmi più i dettagli importantissimi (tipo quelli che si leggono in questa recensione qua, molto più seria della mia), no, perché a prescindere da questioncine pelose tipo “ti […]