7 dicembre 2018
Oggi mio nipote, il maggiore, è venuto a chiedermi dei soldi. Non mi ha chiesto un prestito, ma se avrei potuto dargli seimila euro. Non mi ha detto che me li avrebbe resi o che avrebbe rinunciato al regalo di Natale. Niente di tutto ciò.
Gli servono per pagare lo studio in cui dipinge. Così lo chiama.
Mia moglie dice che sono stato un po’ duro con lui, semplicemente perché gli ho domandato chi fosse il suo pittore di riferimento. Prima di sentire la sua risposta, l’ho preceduto: «Aspetta, non dirmelo, provo a indovinare… » gli ho detto. «È Vincent van Gogh». Ho visto il suo sorriso diventare smorfia in un attimo. Mia moglie dice che l’ho umiliato, e che non era necessario.
Proprio Vincent van Gogh? Forse è per via della copia del Campo di grano con volo di corvi, di notevole fattura, che è appesa da trent’anni nel nostro salotto. Oppure per via del fatto che dieci anni fa abbiamo preso un aeroplano per Parigi e da lì un treno per la Provenza, dove siamo andati tutti insieme – eravamo io mia moglie, mio figlio, mia nuora e i miei tre nipoti – a trascorrere una settimana nella campagna di Arles; mio figlio ha sempre ricordato quella vacanza come una delle migliori della sua vita. E forse vale anche per mio nipote. Ma purtroppo non credo; io non credo che Vincent van Gogh sia il suo modello per questi motivi o altri simili. Mio nipote è un artista per noia. Van Gogh è diventato il protettore, anzi il patrono, degli artisti per noia.
È un insulto.
Ho detto a mia moglie che sono stato fin troppo leggero con lui.
12 dicembre 2018
Oggi sono andato a trovare mio nipote al suo studio. Ero curioso di vedere i suoi dipinti. Ho suonato al citofono e ho dovuto aspettare sei minuti prima che mi aprisse la porta. In quel momento pensavo che fosse preso dalla sua arte. Ora credo invece che stesse dormendo.
Non aveva neanche un cavalletto aperto, o una tela da qualche parte, qualsiasi cosa per dipingere. C’era il suo computer acceso sul tavolino di fronte al divano e lui aveva la bocca sporca di cioccolata. In compenso la temperatura era piacevole e c’era un buon odore di pulito.
Gli ho chiesto dove fossero i suoi dipinti e perché non fossero appesi alle pareti o disposti in qualche modo nella stanza e lui mi ha detto che il giorno prima la donna di servizio li aveva spostati per poter passare lo straccio in terra e aveva messo tutto in ordine.
L’ho salutato e sono tornato a casa camminando e ora ho due enormi vesciche doloranti tra l’alluce e la pianta di entrambi i piedi.
22 dicembre 2018
Trent’anni fa ho appeso la copia del Campo di grano con volo di corvi in un salotto con il camino e le poltroncine di raso. Anche questo è un insulto.
L’ho capito soltanto dopo essere rientrato in casa dalla visita a mio nipote. Non ho mai sopportato le vesciche ai piedi e non ho mai sopportato il freddo, e ho fatto di tutto per evitarli, perché mi facevano paura e mi davano fastidio. A modo mio mi sono sempre preoccupato più dello studio che del Campo di grano con volo di uccelli.
Dovrò chiedere scusa a mia moglie, e credo che dovrò chiedere scusa anche a mio nipote.
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