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In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

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The Big Shave | Rivisitazione del primo capolavoro di Scorsese

12 Maggio 2016 di ferruccio mazzanti

Quando apre gli occhi vede una superficie bianca lattescente con una scritta nera lievemente tremolante in alto a destra del campo visivo: Raditi. Sembra la copertina di un cd degli anni ottanta, musica dark o post-punk, una cosa tipo Seventeen seconds dei The Cure, con un lieve timbro ironico.

Dove cazzo mi trovo? Regna il silenzio, mentre la scritta si dissolve lentamente in quel bianco viola triste e carico di cattivi presagi. Poi improvvisamente si scopre che sta osservando il bagno da una posizione molto ribassata, quasi rasente il pavimento, il quale è caratterizzato da un mosaico monocromo bianco le cui tessere sono piccole e con microscopiche imperfezioni nel montaggio. A destra del campo visivo il collo del water ci permette una maggior profondità di campo sulla vasca da bagno, là giù in fondo allo spazio delle percezioni. E improvvisamente parte un sottofondo musicale estremamente piacevole. Paolo aguzza l’udito e riconosce dentro alla propria testa Way Down in the Hole di Tom Waits.Adesso sta osservando il pulsante di scarico del water e tutti i tubi della cassetta esterna dell’acqua in ceramica bianca. Le mattonelle alle pareti sono bianche. La manopola dello scaldabagno è color acciaio. La carta igienica è bianca e lascia penzolare un foglietto mezzo strappato. Tutte le manopole sono luccicanti e pulite, la luce della lampadina si riflette sulla loro superficie, anche dentro la vasca da bagno. La manopola dell’acqua calda riverbera dentro di sé la manopola dell’acqua fredda e il rubinetto, che si trova in mezzo a loro, li contiene entrambi. La leva per chiudere lo scarico sta posizionata verso l’alto come la cresta di un gallo meccanico.
Ci sono due portasapone alla parete, uno a destra e uno a sinistra del lavandino. Su quello a sinistra c’è un bicchiere di vetro con due spazzolini da denti. Sull’altro, invece, un bruschino col manico di plastica tartarugata e una saponetta usata.
Finalmente Paolo si vede arrivare attraverso lo specchio: sta sbadigliando mentre si tira indietro i capelli. Indossa una maglietta e un paio di boxer bianchi. Ruota la manopola dell’acqua calda e la fa scorrere per un po’ affinché il boiler accenda adeguatamente la propria fiamma. In sottofondo Tom Waits continua a soffiare dentro alla sua tromba. Paolo si sciacqua le guance lievemente pelose con entrambe le mani, per poi togliersi la maglietta bianca e mostrare allo specchio il proprio petto peloso. Apre l’armadietto ed estrae un cilindro blu con scritto sopra Schiuma da barba 15% di prodotto in più gratis. Afferra con tutta calma anche il rasoio, richiude l’armadietto e appoggia ogni cosa sul lavandino. Preme l’erogatore della bomboletta della schiuma con la mano sinistra. Adesso ha sulle dita un grosso grumo bianco di schiuma, che comincia a distendere educatamente sul proprio volto. È uno strato omogeneo. Quando passa vicino alle labbra, le distende verso l’esterno, come se volesse mandare dei baci alla propria immagine riflessa.
Bagna il rasoio sotto l’acqua calda che sta continuando a scorrere con le note di Way Down in the Hole. Partendo dall’alto fa scivolare la lama sulla propria pelle con una certa maestria. Il sapone scompare per lasciar posto ad un’epidermide più liscia. Sciacqua la lama continuamente, quasi in modo ossessivo, sotto le note erogate dal rubinetto. Prima fa la guancia destra, poi la sinistra, poi il collo, poi il contorno labbra. E sciacqua via.
Una volta finito, si lava il volto per ripulirsi dai rimasugli di schiuma e si controlla allo specchio. Si sta massaggiando la faccia con le mani piene di dopobarba. Ha gli occhi socchiusi quasi in un gesto onanistico.
Poi riafferra il cilindro blu e preme nuovamente l’erogatore. La schiuma viene ridistribuita in modo omogeneo sul suo volto. Ha una cura quasi maniacale. E come prima, si rade,stavolta facendosi il contropelo.
Passa il rasoio sulla propria pelle con più energia e velocità. Paolo teme per se stesso vedendo come i suoi tratti somatici si deformino leggermente sotto la pressione della lametta. Adesso quando sciacqua il rasoio, dentro alla schiuma bianca si notano piccole chiazze rosse, lavate via immediatamente. Sulla sua guancia destra, sotto l’orecchio, una striscia di sangue scuro e compatto. Adesso anche sullo zigomo sinistro. Paolo preme nuovamente sull’erogatore del cilindro blu. Ridistribuisce la schiuma sul suo volto. Dentro al lavandino bianco lunghe strisce rosse, mentre l’acqua scorre via dentro allo scarico. E poi preme ancora e ancora e ancora su quell’erogatore. Guardandosi allo specchio ha tutto il volto ricoperto di sangue. Paolo sente la propria mano andare verso il collo e tagliarlo. I peli del suo petto affogano nel flusso rosso. Le punte dei suoi piedi si alzano verso l’alto mentre ricevono gli schizzi. Dentro al lavandino l’acqua si mischia al sangue. Paolo si ritocca gli ultimi centimetri di pelle per essere sicuro di aver rasato tutto a puntino. Poi il suo campo visivo si in onda di rosso. E quando Tom Waits finisce la sua Way Down in the Hole, sua madre ha già chiamato il 118.

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Postato in: Anatomia di un fotogramma Tag: martin scorsese, The Big Shave Fai un commento

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