Lasciando la festa, mi chiudo il portone alle spalle dopo un abbraccio col padrone di casa. Immerso nella semi-oscurità del pianerottolo, sento improvvisamente le orecchie fischiare, come un gorgo che risucchia i rumori. Con un gesto meccanico estraggo il telefono dalla tasca dei pantaloni e getto un’occhiata al display: le 2:05.