di Roberto Camurri
Avevamo una capra, mio padre aveva pensato che mi avrebbe fatto piacere, che mi ci sarei affezionato, che avrebbe potuto diventare un nuovo animale domestico, scambiare affetto e coccole come già facevamo coi cani. Credo scaricasse su di me il desiderio di averne una, una cosa tutta sua che giustificava indicandomi e dicendo: è per te. Mi piaceva, però, averla lì, sentire i belati, vederla interagire coi cani che le scodinzolavano attorno, gli agguati e le cariche che finivano con testate ai fianchi e i guaiti dei cani che si rintanavano con la coda tra le gambe.