Ricciolo, vagamente ingobbito, sfigato senza quartiere ma molto molto sensibile: parla livornese o al limite pisano. È questo l’uomo italiano, il paradigma dell’anima nobile di un popolo, secondo il modello di Virzì – che a questo punto si erge a miglior esegeta odierno, qua da noi sullo stivale. Per Chiarini è un uomo/testuggine che tira fuori la testa a fatica, contemporaneamente alla cappella, incastrata nelle strette cerchie del proprio prepuzio.