di Francesca Mattei
Tra meno di un’ora compirò trent’anni. Guido con il tramonto davanti agli occhi, in direzione del ristorante in cui i miei amici hanno organizzato una festa. Indosso un abito che ho comprato il giorno dell’esame di maturità. I vestiti che porto da anni, invecchiano e sbiadiscono con me. Da neri diventano grigi, fuliggine, o marrone scuro. Sono pieni di fori invisibili, dovuti all’usura, come quelli di una vecchia strega consumata. Non so perché mi ostini a restare legata a oggetti che la maggior parte delle persone riterrebbe spazzatura, ma liberarmene è una delle tante cose che non sono capace di fare. Nonostante sia adulta, ci sono parole che non sono ancora in grado di dire, non perché non le sappia pronunciare, ma perché esistono termini che non riesco immaginare uscire dalla mia bocca. Li censuro, nel mio cervello, prima ancora che possano diventare reali.