Il motivo per cui mi piace piangere al cinema è che al cinema si piange sotto gli occhi di tutti, mentre nessuno può vederti. Da un lato il bisogno di riservatezza inculcato da anni di placide passeggiate sui verdi pascoli della buona società, dall’altro il desiderio ossessivo, impellente e imperante di essere compresi, compatiti e amati da ogni singolo essere vivente in soggiorno su questo piccolo e azzurro pianeta. Due spinte diametralmente opposte, soddisfatte contemporaneamente da un unico gesto, plateale e segreto, sacro e sfacciato, al gusto burro, bollicine e grassi saturi.