Mi chiamo In fuga dalla Bocciofila. Sono un blog di cinema. Io non faccio critica, ma scrivo delle micro-storie in cui c’è sempre un film di mezzo. Sono uno a cui piace il cinema, ecco tutto. Un tipo abbastanza tranquillo, uno normale. Sono nato il 15 Settembre del 2014. Sono segno zodiacale vergine. Come ogni vergine: do importanza alla formattazione. Mi piace che tutto sia in ordine. Odio mortalmente i refusi. Poi? Niente, sono un gruppo, prendo decisioni condivise, a volte di più a volte di meno.
Sono un blog dal titolo fuorviante, ah, tra l’altro il titolo l’ho dato io. È mio, il nome. Buono, non ti pare? Funziona. Forse era meglio senza quell’ “in” davanti? Era meglio Fuga dalla bocciofila? Forse sì. Non è che poi arriva qualcuno che fa un blog di cinema con lo stesso nome, ma senza l’in davanti e mi ruba tutto quanto? Sono molto spaventata di questa possibilità. Non la giudico una preoccupazione realistica, ma so che se dovesse accadere li pesterei a sangue quei ladri di nome, o quanto meno bucherei le ruote delle loro bici. (Dovranno pur avere delle bici anche loro).
Nel blog, prendo decisioni condivise. Siamo una moltitudine, al mio interno. Siamo un numero che è variato negli anni. Eravamo un certo numero, qualcuno si è aggiunto, qualche personalità si è messa a sedere, qualcuno ha smesso, qualcuno è partito. Prendiamo decisioni condivise, ma comunque il fondatore sono io. L’idea dico, è stata la mia. L’idea di fondare un blog. Per questo esisto, perché un giorno anzi per molti giorni ho detto al mio vecchio amico Nasello, dai dai Nasello facciamo questa cosa del blog. Lui forse voleva fare una roba che includesse anche la musica, poi alla fine si è fatto come dicevo io. Per questo tutti mi odiano.
Fare qualcosa. Fare qualcosa con gli amici è un piacere, è un divertimento. Ma non solo. Cos’è? Beh, c’è anche una certa dose di serietà. Ci siamo conosciuti in che modo? Non me lo ricordo. A volte prenderei tutte le altre personalità per le palle e gliele tirerei fino a fargli male. Che palle. Discorsi a vuoto, non si arriva mai a una decisione. Vi prenderei tutti quanti a schiaffi in bocca. A sputi in testa, quando siete di spalle.
Il blog ovvero me stesso è uno strumento per arrivare ovunque. Un ascensore sociale. Conquistare l’associazione è un modo come un altro per arrivare a conquistare l’abbazia. L’abbazia è il modo in cui chiamo la città in cui viviamo. Il mio libro preferito è, l’avete già capito, Il rosso e il nero. Sorel, capito? Questo blog che io sono è un piccolo aeroplano che ci porterà lassù in cima, dove ci spetta, ma meglio: dove mi spetta, perché le cose del mondo e della vita sono queste, e sono là per chi allunga una mano e se le prende.
Sono un blog. A volte con gli altri che mi compongono ci incontriamo la sera, con chi c’è, chi non ha da fare. Ci incontriamo in un bar e proviamo a discutere, prendere decisioni condivise. A volte discutiamo. A volte per la verità litighiamo, e i toni si alzano. Uno di noi a un certo punto si mette a urlare che: è tutto nella tua testa, non sta succedendo niente di quello che tu dici. Sono tranquillissimo! Sì, ok, ma stai tranquillo. Sono tranquillo! Gli altri guardano verso la strada, osservano il fondo di un bicchiere. Poi tutto torna alla normalità.
Mi chiamo In fuga dalla bocciofila e conquisterò il mondo. Forse non il mondo intero, ma riuscirò a prendere le redini del deserto culturale che è questa città. Io salverò le sorti e i destini culturali del mondo. Sarà bellissimo quel giorno, cammineremo assieme, dei bambini ci correranno intorno, indosserò una tunica, e sorriderò serafico.
I ladri di nome, me li sogno di notte. Prendiamo decisioni condivise. Ultimamente c’è qualche tensione nel gruppo. Sì. Dipende da varie cose, forse i ruoli non sono ben definiti all’interno. Forse dipende da altro, da cose personali? Forse dipende dal fatto che comunicare le cose è sbagliato, che dirsi le cose in forma elettronica sempre fonte di equivoci. Per questo non ho uno smart-phone. A volte penso che la forza del mio essere blog sia che non ci incontriamo quasi mai.
L’importante comunque, la cosa più importante è la formattazione. Vorrei che questo fosse chiaro a tutti.
La cosa più importante è che tutti mi amino e mi vogliano bene. Soprattutto i miei genitori. Non sono io la causa del loro divorzio, è chiaro?
La cosa più importante è che gli altri mi odiano.
La cosa più importante è andare al cinema, ogni tanto.
La cosa più importante sarebbe ricordarsi di prendere le medicine.
La cosa più utile sarebbe non litigare con gli amici, perché gli amici sono una cosa proprio bellissima.
Che cosa bella questa cosa che io sono, un blog con tante anime al suo interno, che sa includere le differenze, farle sue. Mi siedo intorno a un tavolo e discuto di cinema, tipo: Split, l’avete visto? Un modo per non sentirsi soli.
Split, un buon film, ma con un finale veramente del cazzo.
Del cazzo? Ma non hai capito: intertestualità pura.
Inter-che?
Un buon film? Non direi proprio. Solo un idiota giudicherebbe buono Split.
Sono un blog. Al mio interno ci sono tante identità. In un certo senso non esiste una Bocciofila, esiste solo se ce ne sono varie. È bello questo. L’identità è un concetto illusorio. Uno esiste perché l’altro esiste, lo sovrasta. A volte uno avrebbe solo voglia di chiudersi in camera sua, stare in casa sul divano a guardare vecchi film, ma è bello essere insieme, mi piace essere una moltitudine, non vorrei mai fare a cambio. Di questo sono sicuro.
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