Martedì, ore 11.34 – Sulla morte
Quando penso alla morte, ultimamente, penso a come si allacciavano le scarpe le persone che non ci sono più. E come di questo gesto semplicissimo, eppure specifico, unico, irripetibile, non rimarrà traccia alcuna. È forse questa immagine una metafora?
Martedì, ore 12.02 – Se lo sperma scomparisse dal mondo
Inizialmente cominciò con i porno. Niente sperma. I video si concludevano prima. Era un passaggio doloroso, ma forse prevedibile, per far sì che tutti si decidessero a sottoscrivere un abbonamento. Niente sperma. Poi la cosa assunse dei connotati differenti. Lo sperma era sparito anche dall’atto sessuale non virtuale, l’uomo aveva smesso di venire. Niente sperma nel mondo. Niente più gocciole filamentose sugli inguini, negli ombelichi, sui colli, sui seni, sui menti, sui nasi e labbra, sui capelli biondo cenere, nei fazzoletti, niente di tutto questo. Lo sperma era sparito.
È forse anche questa immagine una metafora?
Mercoledì, ore 8.05 – Dall’Analista
Ho capito che la seduta era andata particolarmente male: l’ho realizzato con chiarezza estrema quando l’analista mi ha salutato alla fine della seduta con una pacca sulla spalla dicendomi: “Ciao grande Simo”. Non era mai successo che mi chiamasse con un abbreviativo. Sono stato male per giorni, ancora sto male, il prossimo incontro appare lontanissimo, la settimana in questione avevamo pure anticipato la seduta. Si preannuncia una settimana lunghissima.
Mercoledì, ore 21.39 – Il controllo
“Hai lavorato sul tema della madre?” Mi ha chiesto mia madre, il giorno di quella fatidica seduta d’analisi. “No, per niente”, le ho risposto. E poi sono rimasto in silenzio, e il silenzio è proseguito per tutto il tempo del nostro incontro, nella vecchia casa di mia madre, in attesa di essere ristrutturata e abitata da me. Sto lavorando sul controllo, le avrei potuto dire, il controllo delle emozioni, il controllo di me, il controllo di tutto. Ma evidentemente mi sono controllato e non ho detto proprio niente a mia madre, la Regina.
Giovedì, ore 8.56 – Romanzi nuovi
Diceva uno scrittore, non ricordo quale, che bisognerebbe scrivere sempre. Se proprio non ci si fa, si potrebbe occupare il tempo documentandosi per scrivere. Ho preso un libro in biblioteca per documentarmi su un argomento, ma non riesco a fare neanche questo. Lo scrittore, adesso lo ricordo, diceva che se non si riesce a scrivere e neanche a documentarsi, allora è il caso di riposare, o di dormire, ed è quello che conto di fare, in queste mattine di una bellezza esasperante.
Giovedì, ore 11.02 – Giovinezza
Mi ricordo solo che la musica rivestiva un ruolo molto più importante di oggi, era tutto un ascoltare, tutta una musica di sottofondo, tutto un trovare corrispondenze, anche poco o pochissimo chiare, ma corrispondenze, tra me e il mondo.
Giovedì, ore 11.37 – Giovinezza, parte 2
Una tizia pazza che credeva nelle tesi di Ildegarda Von Blixen e nel potere curativo, ma non-solo-quello, delle pietre, una volta mi disse (non fu qualcosa di estemporaneo, ci vedevamo per strane e casuali circostanze quasi ogni giorno, nella reciproca indifferenza), la tizia mi disse qualcosa sul mio sguardo, che non era uno sguardo qualsiasi, e mi chiese quale fosse il mio colore, poi non c’era tempo di parlare o di approfondire, e a distanza di anni mi chiedo cosa mi dovesse dire ancora, quale fosse il mio colore e se anche oggi riconoscerebbe in me uno sguardo altro, e ho paura di no.
Giovedì, ore 14.26 – La Regina
Sulla Regina d’Inghilterra potrei dire qualsiasi cosa infamante, non tanto perché la pensi, potrei dire che io me la sarei inculata, la Regina, anche da morta, non credo in verità che sarebbe una cosa che vorrei fare, ma è perché a questo punto di un racconto, che non è neanche un racconto, nessuno mi sta più leggendo e io quindi sono completamente sospeso in aria e libero di scrivere qualsiasi cosa, qualsiasi nefandezza, qualsiasi segreto, qualsiasi segreto su di me, sulla mia famiglia, sui membri della Bocciofila, lo sapete che in verità Giovanni Ceccanti… e in ogni caso il segreto rimarrebbe salvo.
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