Di Lavinia Ferrone
Rocco Tano, Siffredi per la massa. E’ nato in un paesino sull’adriatico. Ma fondamentalmente questo importa poco. Dopo aver visto questo documentario vi verrà naturale parlare di certe cose di cui di solito le persone non parlano, per pudore, per educazione. Pudore? Educazione? Dopo aver visto questo documentario, troverete giusto, anzi corretto, nominare il ‘cazzo’ oppure il ‘cazzo duro’ ‘oggi pomeriggio ho un anal’ durante tutto il documentario la parola anal, nei sottotitoli, era l’unica virgolettata.
Non era virgolettato tipo lesbo, o tette, o facial, però anal sì. Tutto sommato è bello, è un bell’ambiente, quello del porno. Davvero non faccio ironia, ti mette serenità vedere delle persone che hanno dei dialoghi tipo ‘E’ la prima volta che fai un anal? (ehm scusate, ‘anal’)’ ‘No, però è la prima volta che faccio una doppia, ma non vedo l’ora di provare’ ‘Brava, così ti voglio. Bene allora ti spiego cosa devi fare: tu gli fai vedere la casa cercando di convincerli a comprarla, poi ti metti sul divano e a quel punto lui ti scopa qualche minuto, e mentre lui ti scopa te succhi il cazzo a lui, dopo di che arriva lei, che inizierà a dominarti. Ti piacerebbe essere dominata da lei? Cosa ti fai fare?’ ‘Bhe sì, mi piace se mi dà gli schiaffi sul culo sulle tette, se mi sputa in faccia, ah e mi piace molto essere strozzata’ ‘Ok! Perfetto! Benissimo! Allora ora potete andare a truccarvi iniziamo tra un paio d’ore’. E dentro di me, mi domando, ma che differenza c’è alla fine, tra me, che entro a lavoro tutte le mattine, saluto tutti, decido cosa devo fare durante la giornata, poi inizio, mi metto a lavorare, e nulla quando ho finito saluto di nuovo tutti e me ne vado. Dico, che differenza c’è tra me e queste ragazze. Loro arrivano, salutano tutti, gli dicono cosa devono fare, loro lo fanno, le riprese durano delle ore, poi finiscono, salutano di nuovo tutti e se ne vanno. Forse la differenza tra me e loro è che loro prima di tornare a casa da lavoro si fanno una lavanda vaginale. Mi dico, forse, la differenza tra me e loro, è che loro per lavorare indossano una calzamaglia a rete celeste bucata sulla passera e sul culo e delle zeppe di plexiglas di ventiquattro centimetri. Mi dico che sì, alla fine la differenza tra noi è questa. E’ una questione di estetica. Le pornostar hanno più o meno tutte un sacco di tatuaggi, le unghie finte lunghissime piene di brillantini, ma alla fine è solo una questione di praticità. Cioè, anche a me forse piacerebbe avere le unghie finte, rosso fuoco, brillantinate, con attaccati sopra dei fulmini adesivi (non è del tutto vero in effetti), ma per il lavoro che faccio avrei problemi a fare qualsiasi cosa, che so, passerei la giornata a bucare i guanti di lattice. Eppure non è così, (purtroppo) non è solo questa la differenza. Non per la maggior parte delle persone, siano essi donne, uomini. Per molti la differenza tra me (me generico) e loro è che loro sono delle troie. Ma chi è una troia? Cioè, è una vecchia questione ok, ma dico, se una donna sta 5 ore della sua giornata a succhiare una ventina di piselli per lavoro è una troia? Voi mi direte magari ‘No per lavoro no, però ci sono quelle a cui si vede che gli piace, quelle sì che sono delle troie’. Quindi se una donna, come lavoro si fa riprendere mentre fa un sacco di pompini, e fa un sacco di sesso con un sacco di persone, e inoltre gli piace (e inoltre piace anche a voi) è una troia? Invece Rocco è un mito. Va bene.
Comunque tornando al documentario. Rocco ci parla della sua infanzia, di sua madre, ma soprattutto, del suo pisello, anzi, del suo cazzo, come piace dire a lui Ci parla di quanto sia stato difficile intraprendere la carriera del porno attore. Di quanto sia stato difficile avere tutti contro. Tranne suo cugino, che per tutta la vita lo ha seguito, lo ha aiutato a fare le riprese dei suoi film (anche se molto spesso si scordava di pigiare REC).
Così Rocco decide di coronare la sua carriera girando un ultimo film, dove sta legato ad una croce e viene dominato da Kelly Stafford, la quale durante il documentario dichiara: ‘Il motivo per cui faccio le cose che faccio, nei miei film, è perché sono una donna indipendente e decisa nella vita, per cui quando faccio sesso ho voglia di lasciarmi andare e di essere dominata, di fare quello che vogliono gli altri’. (Giusto per regalarvi uno spunto di riflessione).
Comunque, se decidete di diventare delle pornostar, ecco quello che ho imparato da questo film:
Per essere una pornostar non è così necessario avere le tettone, a quanto pare.
Per essere una pornostar devi praticare l’anal (‘anal’).
Devi essere cosciente che scoperai almeno 20 giorni al mese per 4/5 ore in media al giorno.
Per ora la passera va ancora rasata.
Devi mantenerti snodata.
La tutina a rete va un casino.
Non devi essere intollerante al cocomero.
Se ti entra tutta la mano in bocca sei avvantaggiata.
Non dire a Rocco che, da lui, ti faresti fare qualsiasi cosa.
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