per F.M.
1. Guidare l’auto ascoltando musica classica, non è mai un’idea felice.
Specie se sei in un film di Mungiu. Comunque in generale, io ve lo dico, a prescindere dal fatto che si è in ritardo e un’amante ci aspetta, dal fatto che la sicurezza stradale in Romania è quella che è, non è il caso che voi ascoltiate musica classica in auto perché se poi gli eventi prendono una piega drammatica, nessuno si stupirà molto della cosa.
2. Ci sono delle questioni filosofiche nella mia vita, nel mondo in cui io vivo, per esempio si riscontarono situazioni del genere a volte la domenica a pranzo con i miei parenti, oppure altri giorni in ufficio, un venerdì pomeriggio in cui non c’è il capo, ma sono questioni filosofiche così tanto per ridere: allora considera che c’è un binario ferroviario e sul quel binario ci sono cinque uomini, invece te hai una leva, puoi modificare il corso del treno. Cominciano tutte così le questioni di filosofia morale, per poi finire in mille modi. E io allora guarderò i miei interlocutori stancamente, con i miei occhi velati, con strati di cispe, con una fredda luce bianca, e non dirò niente.
Le mosche e le zanzare mi si posano sulle braccia, non tira un alito di vento, fuori tutto è immobile.
3. Mungiu, che bel film hai fatto, sembrava vero. Sembrava il miglior Farhadi, sembrava A separation, ma senza quell’assurda legge islamica. Senza le risposte, senza neanche una. Sembrava Caché, di Haneke. Un bel film proprio, non c’è che dire.
Era Settembre e noi tornavamo al cinema dopo la pausa estiva, poi scrivevamo il nome del film su un quadernino nuovo, dove appuntare tutti i film che vedremo quest’anno, ed era un buon inizio.
Eppure io pensavo a quel cinema vuoto, pensavo che nessuno avrebbe visto questo film, a quell’unica sala in città che lo proiettava, a come tutte quelle questioni filosofiche, a quei consigli sulla guida, a queste parole, erano in fondo parole al vento.
Comincia un altro anno, su In fuga dalla Bocciofila. Venite con noi nel gorgo.
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