• Chi siamo
  • Contattaci

In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Home
  • Categorie
    • Anatomia di un fotogramma
    • Cartoline dal foyer
    • La scena tagliata
    • La sindrome del personaggio secondario
    • Lo sfogone
    • Oceani di autoreferenzialità
    • Recensioni vere
    • La recensione di Ferruccio Morandini
    • La vertigine della lista
  • Festival
    • Festival dei Popoli
    • Festival di Cannes
    • L’arte dello Schermo
    • Lo Schermo dell’Arte
    • Torino Film Festival
  • Haiku
  • Archivio
    • Indice Alfabetico
    • Archivio per mesi
  • Cerca

Martin Eden | Incipit

16 Ottobre 2019 di giovanni ceccanti

Erano quei giorni di novembre in cui il vento accatasta le foglie secche contro i muri e quel periodo della vita in cui dare un calcio ai mucchi di foglie secche non è ancora ridicolo e non è più così spensierato.

Spero di non peccare di retorica quando dico che capisco l’apprensione degli adulti riguardo un figlio adolescente. È un momento della vita, per l’appunto, in cui c’è davvero il rischio di imparare qualcosa.

A sedici anni, se hai la fortuna di beccare il professore giusto, la ragazza giusta e magari un bastardo di amico come si deve, finisce che una sera ti ritrovi a casa da solo con una voragine dentro che non sai bene cos’è – non sai, cioè, cosa c’era prima che si aprisse; guardi il cielo e per la prima volta vedi le stelle, e ti sembra di poterle contare; ascolti l’affievolirsi del traffico in lontananza e i passi delle persone che rientrano a casa; ti sembra, anche se non può essere, di sentire i loro pensieri, proprio identici ai tuoi. 

Allora lo scorgi, è lontano anni luce e a portata di mano: quel punto verso cui tutto converge, il respiro in coro delle cose, il tempo fuori dai cardini e il tuo io sparigliato.

È possibile che in quel momento ti scenda una lacrima, la prima non tua.

È possibile, perché la fortuna ha un limite, che la connessione internet faccia cilecca, e non puoi farti quella sega che ti eri pregustato quando i tuoi sono usciti dicendo che non sarebbero tornati per cena.

Allora, già che ci sei, apri un file sul computer e ti viene l’idea di scrivere. 

Non sai perché, lo fai e basta. Anzi, sei abbastanza sicuro che alla fine sarai lo stesso stronzo di prima. 

Lo stesso, sputato. 

Solo un po’ diverso.

**

Erano quei giorni di novembre in cui il vento accatasta le foglie contro i muri e quel periodo della vita in cui dare un calcio ai mucchi di foglie è palesemente ridicolo.

Spero di non peccare di retorica. È un momento della vita, per l’appunto, in cui si può davvero rischiare qualcosa.

A sedici anni, se compri della droga, ci sta che una sera ti ritrovi a casa da solo con una vuoto dentro che non sai bene cos’è – non sai, cioè, cosa c’era prima; guardi il cielo e per la prima volta vedi le stelle, e ti sembra di poterle contare; ascolti l’affievolirsi del traffico in lontananza e i passi delle persone che rientrano a casa; ti sembra, anche se non può essere, di sentire i loro pensieri, proprio identici ai tuoi. 

Allora lo vedi, lontano e vicino al tempo stesso: quel punto verso cui tutto converge, il respiro in coro delle cose, il tempo fuori dai cardini e il tuo io sparigliato.

È possibile che in quel momento ti scenda una lacrima, la prima davvero tua.

È possibile, perché la fortuna ha un limite, che la connessione internet faccia cilecca, e non puoi spararti quella serie che ti eri pregustato quando i tuoi sono usciti dicendo che non sarebbero tornati per cena.

Allora, già che ci sei, apri un file sul computer e ti viene voglia di scrivere.

Non sai perché, lo fai e basta. Anzi, sei abbastanza sicuro che alla fine sarai lo stesso idiota di prima. 

Lo stesso, sputato. 

Solo un po’ diverso.

**

Era novembre.

Non sarò retorico.

A sedici anni mi sono drogato, ho guardato il cielo e per la prima volta ho visto le stelle, e mi è sembrato di poterle contare; ho ascoltato l’affievolirsi del traffico in lontananza e i passi delle persone che rientravano a casa; mi è sembrato, anche se non poteva essere, di sentire i loro pensieri, proprio identici ai miei. 

Allora l’ho visto, lontano e vicino al tempo stesso: quel punto verso cui tutto converge, il respiro in coro delle cose, il tempo fuori dai cardini e l’io sparigliato.

Così ho pianto e mi sono fatto una sega.

Condividi:

  • Facebook
  • LinkedIn
  • Twitter

Postato in: La scena tagliata, La sindrome del personaggio secondario Tag: jack london, martin eden, pietro Marcello Fai un commento

Rispondi Annulla risposta

  • Chi siamo
  • Contattaci

© 2021 · In Fuga dalla Bocciofila · Website designed by Alessio Pangos · Privacy Policy"In fuga dalla bocciofila" cerca di fare molta attenzione a non pubblicare materiali che possano ledere in alcun modo il diritto d’autore. Tutti i media [immagini, video ed audio] sono pubblicati a bassa risoluzione, in pieno rispetto del comma 1 bis dell’articolo 70 della Legge sul Diritto d’Autore che consente “la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro”. Chiunque ritenga che sul sito siano presenti testi, immagini, audio e/o video non opp​o​rtunamente licenziati, contatti i soci per chiarimenti.

Questo sito utilizza cookie per le proprie funzionalità e per inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, o continuando con la navigazione acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui / CHIUDI
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessario
Sempre abilitato

Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.

Non necessario

Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.