Di Stefano Ficagna
Non siamo belli quando litighiamo. Tu finisci sempre per piangere, ti cola il mascara che metti per far risaltare gli occhi da cerbiatta, e ti ritrovi con due pozze nere sopra il naso; io divento tutto rosso in faccia, come se stessi soffocando e mi gratto il cranio cercando di infilare le mani nei capelli che non ho. L’unica nostra finestra si affaccia sul palazzo di fronte, non abbiamo neanche la visuale di un po’ di verde a suggerirci la calma. I vicini cercano di guardare altrove quando ci scanniamo, ma la tentazione di spiare è troppo forte: a volte ci cadiamo anche noi, quando sono gli altri a comportarsi come nei nostri momenti peggiori.
Non mettiamo mai musica per coprire gli insulti che ci lanciamo, una volta ci abbiamo provato e dall’appartamento di fianco hanno cominciato a battere contro la parete. In ogni caso non abbiamo uno stereo, dalle casse del pc si perde tutta la definizione. Finiremmo per litigare anche su cosa mettere, tu col tuo indie pop di merda, io coi miei gruppi metal scandinavi di cui non ricordi mai i nomi, mi chiedi di ripeterteli perché di decifrarli dalle mie magliette proprio non hai voglia, con tutte quelle ramificazioni che hanno le lettere. Di certo non metteremmo del jazz, quella è roba per locali fighetti in cui la musica conta meno delle parole e le parole contano meno di un cazzo. Litighiamo per cose futili, per i piatti che dimentico nel lavello per farmi una birra, per la pagina del mio libro preferito che hai bruciato con una brasca, per la carta igienica che abbiamo dimenticato di comprare. Sono piccoli dettagli, se contano tanto è perché dovremmo conoscerle ormai le cose che ci fanno incazzare, ma siamo troppo pigri per farci caso.
Se decidiamo di ferirci lo facciamo senza rimorsi, non cambiamo idea continuamente: ci dispiace fin da subito, ma scusa ce lo diremo il giorno dopo, non prima di essere andati a dormire con un nemico nel letto. Ci sono giorni per le risate e giorni per i pianti, le due cose non si sposano bene sulla nostra tavola, dove cuciniamo insieme o non cucina nessuno e ci riempiamo di schifezze. Raramente i nostri litigi finiscono con una scopata, ma se capita non ci respingiamo con delle stoccatine: siamo troppo persi in quello che stiamo facendo per pensare ad altro.
Quando litighiamo siamo orribili, ma siamo vivi, siamo veri. Siamo a colori, mica come quelli dei film che parlano di cose che non capiamo, abbracciandosi alla fine di fronte a un’alba che assomiglia tanto alla nebbia delle nostre poche giornate anonime.
Rispondi