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In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

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L’Universale | Sceneggiatura per un film sul Caffè Notte

23 Aprile 2016 di simone lisi

Tra dieci, quindici o venti anni al massimo faranno un film sul Caffè Notte e la sceneggiatura sarà grosso modo così:

(N.d.A. Per chi non conoscesse il Caffè Notte, si tratta di uno storico bar in Oltrarno, Firenze, che esiste ancora oggi che ne scrivo, ma che ha cambiato gestione. Mi riferisco a quel periodo in cui lo teneva un certo Danilo e la sera ci andavano a bere e scrivere giovani scrittori fiorentini tra vecchi che giocavano a carte e spacciatori marocchini)


1. Prima cosa: nel film tutti parleranno molto più in toscano di quanto in verità non parlassero.

2. La trama non tratterà tanto del bar o degli scrittori, che resteranno sullo sfondo e elemento di colore, ma si concentrerà su qualche figura minore, diciamo un giovane che sogna di diventare scrittore a sua volta, ma che non è buono a nulla.

3. Il protagonista ha un amico, che scrive pure lui. Chiamiamolo con un nome tipico toscano: Lorenzo, anzi Lapo o Duccio. No, chiamiamolo Ferruccio.

4. I due vanno al Caffè Notte per avvicinarsi agli scrittori “veri” e parlano anche loro molto in toscano, e si esprimono solo per luoghi comuni sulla letteratura, tipo: Wallace di qua, Wallace di là. No, ma icchè tu ddici, l’era meglio Kafka, dio bono.

5. I due vanno all’università, o l’hanno appena conclusa e fanno lavori sconclusionati. A volte davanti al Caffè Notte si fumano una canna, e poi ridono e ridono e ridono, tutti sballati, con nere e marcate occhiaie per il trucco.

6. I due giovani si contendono una ragazza, che è poetessa. Diciamo una scrittrice di haiku. Lei fa parte del gruppo degli scrittori “veri” perché se la vorrebbero fare e quindi l’hanno accolta, ma lei non si concede, perché è pura e crede solo nella poesia.

7. I due amici sfigati riescono miracolosamente a avvicinarsi alla poetessa. Ci parlano di letteratura e camminano molte ore con lei per le strade di Firenze, più o meno nei luoghi classici dove i turisti vanno a farsi le foto. Nel film i turisti non si vedono.

8. Ma i due amici la amano davvero? O se la contendono esclusivamente per sublimare la loro latente omosessualità? O piuttosto per utilizzarla come cavallo di Troia così da introdursi all’interno del gruppo degli scrittori del Caffè Notte e una volta dentro al gruppo provare ad ascendere e arrivare al vertice fino a sfidare l’indiscusso leader, tale V. Santuario, diventare maschi alfa e avere il controllo delle femmine del gruppo? Questa parte della sceneggiatura verrà poi cassata perché troppo moderna e sostituita con una più commovente, dedicata invece alla malattia di un parente dei protagonisti, la morte di un nonno, simpatico e scorreggione.

9. Il film va avanti così, tra gag, risate, ubriachi e qualche scazzottata. La letteratura sempre sullo sfondo (scena di loro che scrivono a un tavolino dei racconti umoristici e si danno di gomito, sghignazzando), poi improvvisamente una lite tra i due amici per la poetessa, che ne sceglie uno (scena in cui il protagonista e la poestessa fanno sesso lungo la riva dell’Arno e a lei -particolare questo importantissimo- le si vedono le tette).

10. I due amici si perdono di vista, ma si ritrovano dopo tempo perché vengono a sapere  della chiusura del loro amato locale. Si parlano: No, non sto più con la poetessa, lei alla fine ha preferito il leader degli scrittori veri. Ma te sei riuscito a pubblicare? Macché. I due amici si abbracciano e si conciliano in quell’angolo dove sorgeva il bar. Titoli di coda e applausi in sala.


Il film verrà accolto dalla critica in modo tiepido.
Grazie al fattore nostalgia e alle imponenti campagne di crowd-founding riceverà in città una risonanza mediatica ingiustificata. Ci saranno presentazioni nei principali teatri, dove prenderanno parte tutti quelli che avevano circa trent’anni a quell’epoca. A qualcuno piacerà, ma solo perché al Caffé Notte non c’era mai stato, o una volta appena.
A qualcun altro non piacerà, perché nel film non si parla di lui.
In generale tutti saranno scontenti, ma si organizzeranno ugualmente dei tour nostalgici nei luoghi del film, tanto per trascorrere in compagnia un pomeriggio altrimenti di completa senilità e solitudine.

Sceneggiatura per un film sul Caffè Nottè è un’idea di Diana Biagini, scritto da Simone Lisi

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Postato in: Oceani di autoreferenzialità 4 commenti

Commenti

  1. Checco Barbieri says

    23 Aprile 2016 at 12:20

    grande idea Diana! adesso non resta che cercare un produttore

    Rispondi
    • simone lisi says

      23 Aprile 2016 at 12:33

      ci vuole un bel crowd founding!

      Rispondi
  2. Carolina says

    23 Aprile 2016 at 14:17

    Touchè!

    Rispondi
  3. danip says

    3 Maggio 2016 at 16:45

    Su “V. Santuario” sono morto.
    Poi purtroppo la produzione ingaggerà Novello Novelli per fare Danilo, finirà tutto a schifìo.

    Rispondi

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