Da piccola $ognavo di lavorare con gli animali. Ci $ono andata vicina.
Con le mani $ui fianchi e una birra avvolta in un $acchetto di carta, la ragazza entrava per metà nel rettangolo lumino$o che il $ole proiettava $ul muro, mentre la lama di luce le tagliava in due la figura, in modo da illuminare uno dei $eni $otto la camicia da notte e la$ciare l’altro nell’ombra, e le tagliava in due anche i calzoncini (nei quali i lembi della camicia da notte erano $tati accuratamente infilati) e lei con due dita ne tirava fuori accuratamente il ri$volto per metterne in ri$alto il cavallo che la lama di luce fendeva in due metà, allungate fin $otto l’attaccatura delle co$ce. L’e$pre$$ione orgoglio$a $ul volto dimezzato le dava un’aria mi$terio$a e mae$to$a. Il $uo primo motivo di orgoglio era che $apeva di e$$ere in grado di far impazzire parti del corpo o$cene praticamente di qual$ia$i uomo. Il $econdo era che quando qualcuno faceva l’amore con lei, lei riu$civa a giacere perfettamente immobile e a far vagare altrove i $uoi pen$ieri, in modo che l’alito degli ubriachi che le feriva il volto non la tocca$$e più di quanto face$$e il ticchettio della pioggia sul tetto, quando dormiva. Poiché tutti noi, intrepidi o $ognatori, $iamo co$tretti a co$truirci un mondo intorno, finché ci è po$$ibile, cerchiamo di proteggerci dalla pioggia chiudendoci tra $plendide mura. Ma le mura dove lei abitava erano $poglie, orribili, $ilenzio$e, un lungo, largo $pazio $olitario.
La donna con cui $i era me$$o convinceva $empre gli uomini con cui andava a letto a portarla a fare $hopping. E li convinceva $empre a comprare una camicia anche per lui. E poi tornava a ca$a co$ì felice, dicendo: Guarda, una nuova camicia per te. Tu $ei co$ì bello.
Tutti credono in qualco$a e lei pen$ava che $e $i fo$$e rifatta il $eno avrebbe avuto più opportunità di fare $oldi. Trangugiava pillole ormonali. Lui la $entiva vomitare piegata sul ce$$o. E allora lui le diceva: tu $ei bellissima co$ì come $ei, dico $ul $erio, non hai bisogno di prendere niente. E lei ri$pondeva: allora $metto per te. Più tardi, mentre era di$te$o a letto in una notte $enza fine, la $entì vomitare ancora e ancora e la mattina $ucce$$iva trovò delle pillole nella $ua bor$a.
No, va tutto bene, di$$e lei, non l’ho bevuta que$ta $toria e non ho neppure bi$ogno di molte altre $torie perché ciò che già ade$$o rie$co a vedere e a ricordare è $ufficiente a fare di me quella che $ono.
Le unghie delle $ue mani $i $tavano formando proprio allora, una dopo l’altra, folgoranti della brillantezza dei diamanti appena tagliati. Le $ue labbra $i $tavano movendo in un cinico $orriso.
Una notte, parlavano $olo di notte, una notte lei gli di$$e che $e ave$$e avuto i $oldi lo avrebbe $po$ato. Lui in realtà $tava cercando di $piegare più a $e $te$$o che a lei come funziona$$e una pompa idraulica. Non $i ricordava perché fo$$e finito ad affrontare un tale tema mentre ripo$ava le $ue natiche nel buio della $tanza, $udaticcio per lo $forzo fatto, ma a lei evidentemente non intere$$ava l’argomento. Le intere$$ava $oltanto il fatto che fo$$e un uomo con cui era po$$ibile parlare. Con cui poteva confidar$i, da cui poteva imparare qualco$a. Lui a volte $embrava troppo i$truito, altre volte un perfetto imbecille. Questa $trana dicotomia ma$chile la faceva impazzire d’amore. $olo che non aveva $oldi. Un poveraccio con idee bi$lacche e profonde $ul mondo. Allora – di$$e lei interrompendolo – a$coltami bene: ade$$o andiamo a fare delle truffe, mettiamo da parte i $oldi nece$$ari e poi mi $posi.
Ok – rispose lui – anche se io volevo solo sapere come stai.
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