Una guida su come tornare al cinema in gran stile:
1.Preparativi
“It is spring! Springtime again!”
Intona una voce nella radiolina da bagno. È primavera quando si vuole che lo sia e oggi per me lo è. C’è il sole e fa caldo ma in modo settembrino. Settembre è una primavera migliore di quella vera perché è il momento in cui si ritrovano tutti, mentre la primavera vera è solo il preludio al grande baratro estivo, la dispersione. Insomma è una giornata fantastica, come un primo giorno di scuola, e da pochi giorni sono riaperti i cinema. Mentre mi metto il rossetto penso che prepararsi per andare al cinema sia impagabile e che avvolte il film è deludente in confronto a questa fase carica di magia. Deve essere vissuta al massimo: si inizia con una fase retorica interminabile, in cui ci si confronta con gli amici sul cosa si andrà a vedere e sul quando e sul dove. Controllo l’ora: sono perfettamente in ritardo. Ecco un’altra regola fondamentale per godersi la serata: è necessario introdurre un elemento imprevedibile ed elettrizzante. Io amo arrivare in tempo per le ultime pubblicità. Da questa introduzione si direbbe che sono prontissima per il ritorno al cinema, ma in realtà sono nel panico. Mi metto dei graziosi orecchini di perla. Quando sono riaperte le sale ed è iniziata la fase di scambio con gli amici, ho constatato che non conosco i cinema di Firenze quanto quelli di Parigi: “oh certo, il cinema Flora, lo adoro”, ho ripetuto con il vuoto dentro, mentendo spudoratamente. Quando ho scoperto che il cinema Flora è a Rifredi ho realizzato di non conoscere Rifredi e quindi di non conoscere la città in cui sono cresciuta. Ha iniziato a girarmi la testa e ho smesso di pensarci.
Impostora! Ho urlato allo specchio. Poi mi sono piastrata i capelli.
2.Poteva andare anche in questo modo
3.Mezzi Pubblici
Sono sull’autobus e fuori è settembre. È l’ora più bella della giornata: le 19. Sto andando per la prima volta al cinema da sola nella mia città. Valicherò per la prima volta le porte del cinema Flora, è la prima settimana di riapertura dei cinema e per la prima volta vedrò un film porno al cinema. Le mie aspettative su quest’ultimo punto sono il frutto di aneddoti raccontatomi dagli adulti quando ero piccola e cultura pop, ma forse, come dicevo, è piuttosto una commedia porno, in cui probabilmente i personaggi ridono fortissimo tra una cosa e l’altra. È il ridere che li eccita.
Lui: “sei troppo divertente, me lo fai scoppiare” e lei: “toccami, senti come è bagnata. Mi hai fatto venire dal ridere, cretino” e poi risate fino alle lacrime e baci con la lingua.
Speriamo che non ci siano degli uomini strani con delle vecchie giacche di jeans o delle coppie. Dio, se ci sono delle coppie me ne vado. Potrebbero guardarmi e pensare che io sia un uomo strano e temere che io mi masturbi, o peggio, masturbarsi reciprocamente e rumorosamente facendomi sentire quella che non sapeva che bisogna sempre andare con qualcuno quando si va a vedere un film porno. Non lo sapevo, ok? Io ho un cuore, voi solo le mani lubrificate con la saliva nelle mutande dell’altro.
Vedo una nuova Firenze di fronte ai miei occhi. Forse è l’effetto della tramvia, ma Rifredi sembra incredibile. È importante fare un po’ di strada mentre si va al cinema e assicurarsi che ce ne sia da fare al ritorno, per riflettere e assimilare il film. Per questo ho scelto proprio Il Flora. Andare al cinema in centro è un evento sociale, si incontra sempre qualcuno. Il Flora è un’avventura autentica.
4.Il Cinema Flora
Non ero mai stata fisicamente in piazza Dalmazia. Mi aspettavo il Bronx, questo posto mi pare Montmartre. Un mix del Bronx, Montmartre e Rifredi. Mi fermo per chiedere una sigaretta a un gruppo di tre persone. Due sono ciechi, a una manca una mano, tutti fumano. Ringrazio. Vedo il Flora: è splendido. Se prima Rifredi per me era solo il quartiere preferito dagli amici graffitari e dello Stibbert, adesso tutto gira intorno al Flora. Fuori ci sono tre ragazze adolescenti, una arriva di corsa nel mio stesso momento e sbotta: “non mi avevate detto che dovevamo vestirci fiche, guardo come sono messa”. Se possibile questo cinema è ancora più bello al suo interno. Il mio umore è alle stelle fino a quando non mi dicono che il bar è chiuso. Non ho cenato e speravo di farlo con i dolciumi. È cosa onesta e giusta fare un pasto leggero prima di andare al cinema.
5.Sesso sfortunato e morale della storia
Siamo solo io e una coppia, ma non capisco se siano due donne, un uomo e una donna, o due uomini. L’oscurità è la massima realizzazione della fluidità di genere (lo apprezzo) ma questo non impedisce la masturbazione reciproca. Mi siedo a distanza di sicurezza. Mi devo rilassare. Mi rilasso e sullo schermo appaiono delle tette enormi e un cazzo gigantesco che ci si strofina sopra. Il tutto dura come un amplesso normale. È una bellissima scena di sesso amatoriale e non c’è niente di strano. Il sesso in generale è normale. Il film verte su questo oltre che su una lunga e assurda camminata per Bucarest, che mi sembra Rifredi, e tutta un’altra serie di cose. Il sesso è una cosa bella e i primi a raccontarlo come una cosa sporca sono 1) ipocriti 2) persone che traggono un profitto da questa narrazione. Il sesso è ovunque e narrato con violenza. È ovunque ma lo è nel modo sbagliato, quindi. Il film è intelligente, divertente, pazzo, camp, istruttivo, commovente, perché questo argomento mi sta a cuore, e frustrante, per la stessa ragione. Penso che l’Italia, proprio come la Romania, sia uno dei pochi paesi in Europa in cui l’educazione sessuale non è obbligatoria nelle scuole. Penso a quanto dolore ci risparmieremmo tutte, e tutti se ci fosse più educazione. Penso che l’unica cosa che renda sporco il sesso sia l’assenza di rispetto reciproco. Il film finisce e nessuno si è masturbato. È importante dopo ogni film, applicare ciò che si è imparato alla realtà circostante. Vado a lavarmi le mani e il lavandino cola, quindi chiamo il bigliettaio che viene a ripararlo (mi farete sapere se lo trovate rotto). Esco e l’aria è bella. Ci sono una ragazza rom con due bambini alla fermata, uno di loro porta un grande salvadanaio in mano. Gli chiedo informazioni e loro me le danno, gli do i soldi previsti per i dolciumi. Torniamo verso la stazione insieme.
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