Lei pensa che lui sia solo un uomo noioso. D’altro canto lei possiede quel qualcosa che le fa capire chi è un uovo sodo cotto nel cielo, come la Luna stasera, densa e lattescente, e chi no. C’è qualcosa di noioso, pensa quel bollito, nel dovere essere per forza felici e fortunati. C’è qualcosa di addirittura triste nel preoccuparsi costantemente di te.
Lei se ne sta seduta nel suo ufficio, con la gonna che le arriva fino alle caviglie. Si impegna con tutti i suoi sforzi per sembrare una donna matura. Ma il diavolo conta sempre fino a cinque prima di consegnare le sue mele, e lei non era altro che una piccola ragazzina che vuole ridere e avere sempre ragione. La sua bocca slavata rivela un inverno di mani azzurre tra gli interstizi dei denti. Sì, agitati, non essere così sicura di te stessa, che diventi placida come una pozza di piscio di cane.
Dai, dai che sei intelligente pure te, forse lo capisci senza aiuti aggiuntivi.
Se c’era qualcosa che la faceva sentire intelligente era la capacità di emettere giudizi a vanvera: apri la bocca così tanto per fare, dato che ne hai la libertà non perdere l’occasione. Nel suo ufficio qualcuno sosteneva che fosse pure una ragazza sensibile, peccato che tutto quel fiume in piena faceva pietà ai leziosi del cuore. Mi fa schifo il cicaleccio costante dell’estate. Tutto brucia perché i panni stesi fuori devono asciugarsi. Se non c’è un’oscurità da sconfiggere, il sole stesso si fa superfluo.
E poi non provarti a dirle che le cose seccano, se non le annaffi a dovere. Prendersi cura di una pianta è tanto originale quanto battere la testa contro un muro.
Lei lo sapeva che sotto il deserto vivono centinaia di piccoli insetti neri affamati come una città sotto assedio? E che non basta salire su una barca e remare per dimenticarsi di tutte le stronzate che lei ha fatto contro di te per potersi sedere in quell’ufficio? Per due spiccioli, che vergogna. Davvero credevi che bastasse salire su una barca e ridere come una scema per farmi dimenticare?
Il diavolo conta fino a cinque. Per me ha fatto un’eccezione: ha continuato fino a nove.

Lei lo trovava così noioso. Quella sera bevvero una birra sulle scale di una chiesa. Lui era talmente noioso che non trovava le parole per dirle che ogni volta che se ne tornava a casa ringraziava il suo gatto miagolante per la fame, perché così non si era dovuto suicidare. Sì era il gatto che gli salvava la vita, sembrerà ridicolo, ma era proprio il gatto che si acciambellava sulla sua pancia a impedirgli di impiccarsi. Lui aveva le mani sul volto. L’edicola vende giornali fino alle sette di sera. La birra non scioglie la lingua. I dottori consigliano di fumare momentaneamente qualche sigaretta in più. Lo giuro, me lo hanno detto loro. Quella sera lui era talmente noioso che quando lei gli domandò come stesse, non trovò niente di meglio che cominciare a parlare di Proust. Poteva essere anche Chuck Palahniuk per quel che lo riguardava. Ma lei sbottò. Era così sensibile e sicura di sé che non sapeva neanche accorgersi che un suo amico stava così terribilmente male e che cercava solo di nascondersi dietro a Proust perché non era ancora in grado di capire cosa fosse quel buco nero davanti ai suoi piedi. E non era l’unico, ho scoperto più tardi, che ti annoiava perché era in un momento difficile. La felicità porta egoismo. E passi anche il tempo a lamentarti che gli altri ti mandano a fanculo.
Mi fai schifo, disse lui qualche ora più tardi, mentre si grattava la testa poco prima di far vacillare la sedia su cui stava in piedi.
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