di Luca Giommoni
Legione Carabinieri Lazio
Stazione di Cinecittà
OGGETTO: Verbale di contestazione di violazione delle disposizioni in materia di proprietà privata, di cui all’art. 614 del C.P.
Il giorno 17 Giugno 2004 alle ore 22.20 negli Uffici del Reparto in intestazione sono presenti:
PRATESI Aldo, nato a Roma, il 18/4/38;
RUSSO Vittorio, nato a Roma, il 7/8/36;
DE SANTIS Pinetto, nato a Roma, il 16/12/31;
BULGARELLI Ernesto, nato a Roma, il 1/2/35;
MAGI Italo, nato a Roma, il 23/11/39;
in stato di fermo, in quanto introdottisi clandestinamente all’interno di set cinematografico appartenente a Cinecittà Studios, contro la volontà espressa o tacita di chi aveva il diritto di escluderlo, adibendo tale set a campo per il gioco delle bocce e indossando clandestinamente, contro la volontà espressa o tacita di chi aveva il diritto di escluderlo, costumi di scena realizzati per Miramax Films.
In seguito all’accertamento svolto dagli agenti Aps. Daniele PIEROZZI, addetto al reparto in intestazione, Aps. Marco TRANI, addetto al reparto in intestazione, PRATESI Aldo, RUSSO Vittorio, DE SANTIS Pinetto, BULGARELLI Ernesto, MAGI Italo, venivano scortati negli uffici del reparto in intestazione.
Di seguito le dichiarazioni rese dai soggetti ivi sopra.
PRATESI: Gliel’avevamo detto: «Non ci buttate giù il bocciodromo o troveremo comunque il modo». Chi gioca a bocce un modo per giocare lo trova sempre. Ma non ci hanno voluto dar retta. Comunque, ascolti me, lo dica anche al suo collega nell’altra stanza, lasciate perdere il signor Ernesto e il signor Pinetto, non interrogateli: uno commenta tutto come se fosse una partita di calcio, per via del cognome… L’altro non ricorda niente.
RUSSO: Quello che voglio dire è che eravamo tutti d’accordo, proprio come eravamo tutti d’accordo quando protestammo contro la SIP o occupammo il reparto imbottigliamento della Peroni negli anni ’70. Lo sviluppo, quello con la S maiuscola, dovrebbe basarsi sui diritti delle persone, non sugli utili o sulle perdite di un bilancio. In ogni caso, la cosa difficile questa volta è stata gestire il signor Pinetto. Toccava ripetere sempre tutto. È tardo di memoria. Agente, le chiederei un piacere, magari può dirlo anche al suo collega nell’altra stanza: con il signor Italo andateci piano, lo abbiamo trascinato noi nel delitto: ha perso la moglie da poco. Farebbe di tutto pur di non stare a casa.
DE SANTIS: Edoardo, perché sei vestito da guardia? Ce l’hai una sigaretta? Non dirlo alla mamma però.
BULGARELLI: «Un brutto epilogo di questi bellissimi novanta minuti». È stata l’unica cosa che mi è venuta da dire quando le ruspe hanno buttato giù il nostro amatissimo bocciodromo.
MAGI: Abbiamo ritardato perché avevamo perso il signor Pinetto. È andato il signor Vittorio a recuperarlo. Lo ha ritrovato davanti a quello che restava del vecchio bocciodromo, seduto sul marciapiede, in lacrime.
PRATESI: Certo che le bocce ce le siamo portate da casa. Crede che il grande Caudera giocasse con le bocce degli sconosciuti? Comunque sì, l’idea di usare i vestiti del film è venuta a me. Mi ricordavano mio nonno.
RUSSO: Io lo so come funziona: l’ho già visto. Oggi si butta giù un bocciodromo, domani un parco, poi si chiude un cinema… ha capito dove voglio arrivare? Lei sa chi è Gramsci? Io vado spesso a Testaccio, a trovarlo. Parliamo molto, sa?
DE SANTIS: Se vede il signor Italo, può chiedergli gentilmente com’è finita la partita? Abbiamo vinto o perso?
BULGARELLI: È stata un’invasione di campo senza precedenti.
MAGI: Non so perché, ma il signor Aldo ha insistito affinché io e Vittorio ci vestissimo in un modo e il signor Ernesto e lui in un altro. Non mi guardi così, non ho visto il film. Il signor Pinetto? Be’, il signor Pinetto lo abbiamo vestito metà e metà. Non si ricorda mai con chi gioca: lo lasciamo giocare sempre con entrambe le squadre.
PRATESI: Non so se ha presente la bocciata di Granaglia nella finale del torneo regionale ad Albino nell’83, ma le posso assicurare che l’unico tiro che il signor Pinetto ha fatto per la mia squadra è stata una bocciata del genere.
RUSSO: È inutile che lei mi parli di proprietà, di diritti… In ogni caso, noi, a quel set abbandonato, glielo abbiamo restituito il concetto di proprietà: non c’è vero possesso senza compagnia. Alla fine, abbiamo solo fatto piccole modifiche, per rendere tutto più simile alla pista numero due del vecchio bocciodromo.
DE SANTIS: Edoardo potresti accompagnarmi al bocciodromo? I miei amici saranno in pensiero.
BULGARELLI: Al suono delle sirene: L’arbitro chiama tutti negli spogliatoi.
MAGI: Mia moglie odiava il bocciodromo. Pensava che mi allontanasse da lei. «Quando creperò te ne accorgerai…» mi diceva. Ma dopo il funerale se non avessi avuto un bocciodromo dove andare sarei impazzito. Ho passato bei momenti in quel bocciodromo. Tra amici. Ho visto Paolo Rossi fare doppietta alla Polonia in quel bocciodromo… Comunque, mi farebbe una cortesia: può dire al collega dell’altra stanza se può informare il signor Pinetto che stava vincendo.
PRATESI: Glielo dico subito così da mettere le cose in chiaro: se devo finire al gabbio che ci sia almeno uno spazio dove poter giocare a bocce. Basta anche un corridoio. Non si rende conto di quanti spazi possano ospitare una pista da gioco.
RUSSO: Per molti di noi quel bocciodromo era come una casa. Per il signor Italo era un rifugio dove non pensare alla sua povera moglie. Siamo un paese in crisi, sa? Crisi è quel momento in cui gli spazi per i vecchi muoiono e quelli per i giovani non nascono. Me lo ha detto il mio amico Antonio.
DE SANTIS: Dov’è il bagno?
BULGARELLI: Alcune conclusioni sono state veramente spettacolari. Senza gol regalati. Senza tifosi. Senza altre occasioni per rivedere il tutto. Non credo riusciremo a rimontare. Ma non vedo l’ora che cominci il secondo tempo.
MAGI: Se le dicessi che ho organizzato tutto io, che è stata tutta una mia idea, un mio piano criminale per starmene il più possibile lontano da casa, se mi prendessi tutta la responsabilità… Lascereste perdere i miei amici, la mia pena aumenterebbe, giusto? Di quanto? Forse un anno, magari due, no? Sarebbe un’aggravante, giusto? Forse dai tre ai cinque anni di reclusione, che dice, è possibile?
I colloqui si concludono alle ore 23.27 in quanto DE SANTIS Pinetto, sottoposto a interrogatorio, dopo essersi assentato per motivi fisiologici, non fa ritorno presso l’aula di udienza.
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