Questa discussione non è mai avvenuta. Non si è svolta nel salotto di casa mia (salotto nel senso letterale del termine, non letterario). Con questo discorsetto non si vuole risolvere una questione, ma semmai sollevarla.
È un discorso ampio: su chi dovrebbe fare le cose, su chi non dovrebbe, su cosa legittima qualcuno a fare qualcosa, se uno si legittima da solo, oppure se sono altri, o delle competenza specifiche.
Si parla del Florence Short Film Festival (da ora in avanti FSFF) che si è tenuto al cinema Odeon di Firenze.
Si parla in verità anche di me, di noi della Bocciofila, del nostro scrivere di cinema, del nostro scrivere in generale.
Questo dialogo che non è avvenuto si è svolto tra me (SL) e un curatore di eventi culturali ipotetico (da ora in acanti CDEC).
SL: Uè, lo sai dov’ero ieri? Sono stato al FSFF.
CdEC: Che cacata, ti disapprovo
SL: E perché mai, di grazia?
CDEC: Perché questi sono dei dilettanti e gettano merda sulla categoria. È come se io fossi appassionato di massaggi e mi mettessi a fare massaggi a giro. O di medicina e cominciassi a curare la gente. A caso.
SL: Vabbè dai, il cinema era pienissimo.
CDEC: E sticazzi.
SL: Cioè voglio dire, te devi accettare che il tuo livello culturale fa di te una minoranza. Hai una vocazione al pop, ma sei una minoranza, con le tue competenze. Il film cecoslovacco coi sottotitoli in tedesco, non ti riempie il tuo bel cinema.
CDEC: Io li ho riempiti eccome. Comunque se invito tutti i miei contatti, se faccio tipo saggio scolastico di fine anno, verranno tutte le nonne a vedere i nipoti, ti pare? Un bel cinema pieno di nonne.
SL: Invece c’erano parecchi giovani.
CDEC: Perdi il punto, c’erano film local e la gente ha risposto. Ma com’erano sti film?
SL: Alcuni erano imbarazzanti. Alcuni, la minoranza assoluta, erano buoni. Quelli che hanno vinto erano buoni. Io credo. C’era una distanza siderale tra quei due o tre buoni e gli altri. Quattro. E comunque a volte anche ai tuoi festival fighi mi son fatto due coglioni così, ho visto roba inguardabile.
CDEC: Poi un’altra cosa che non va, di tutta questa storia, è che loro sono come i cinesi. Creano concorrenza sleale. Se te fai una cosa male e gratis, mentre io la faccio bene e mi faccio pagare secondo te a chi si rivolgerà chi deve fare un festival?
SL: Boh, senti, non ti ruberanno il lavoro, davvero non c’è rischio, se sono dei dilettanti. Non si improvvisa un festival. O sì? La selezione era quella che era, ma del resto queste cose sono quasi una faccenda di gusto. Era un po’ arrabattato, ti do ragione. Ma il cinema era pieno.
CDEC: Si fotta il cinema pieno. Tutto il cinema si fotta. Quanti c’erano alla fine di quelli che c’erano all’inizio?
SL: La metà.
CDEC: Si fotta anche la metà. Fanculo merde.
SL: Eddai, esageri. Non è mica qualcosa che dice qualcosa di loro, gli organizzatori, o dei film selezionati nello specifico, semmai dell’Italia. Della situazione italiana, della situazione culturale. Comunque alcuni dei corti erano buoni! Quei due che hanno vinto, erano ok.
CDEC: Si fottano anche quelli buoni, con gli organizzatori.
SL: Boh. Ok. Pensavamo con Giova, il mio compare della Bocciofila, che sarebbe interessante vedere quei settanta non selezionati, gli esclusi, ecco un bel festival con i settanta scartati, sarebbe da proporre. Forse riempiremmo anche noi i cinema, ma forse non è quello che vogliamo. Cinema vuoti. Deserti. Noi odiamo quasi tutti.
CDEC: Non capisci un cazzo. Puoi scordarti gli accrediti per i festival fighi che dirigo io. Te e quegli sfigati della Bocciofila.
SL: Eddai non fare così, lo sai che scrivere di cinema è la mia grande passione. Lo faccio a casa da mia. Ah ah.
CDEC: …
SL: Comunque che la situazione non sia buona, beh ti do ragione. Ma lo sai c’erano anche le istituzioni?
CDEC: Vuoi che ti dica cosa ne penso delle istituzioni, cosa dovrebbero fare?
SL: Fottersi?
CDEC: Ecco.
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