Se c’è qualcosa di disfunzionale è la lettera F. Sarebbe tutto meno problematico se si dicesse “amiglia”.
Di Famiglie funzionali nella vita ne ho viste talmente poche e quelle poche mi hanno talmente traumatizzato che ancora oggi scappo appena ne vedo una.
È l’inquietudine che mi assale. Mi sembra tutto falso in quei nuclei consanguinei. Neppure loro, i funzionali, sono davvero funzionali.
Sono cresciuto tra urla, litigi, scazzottate tra fratelli, segreti riservati a un solo componente, cambiar discorso appena entri in una stanza, rimproverare, facce lunghe, mutismi punitivi, frecciatine passivo-aggressive.
La mia capacità affettiva si è forgiata su una distorsione.
Non esistono Famiglie funzionali.
Al massimo ci sono delle “amiglie” che vanno avanti.
Come carovane di robe rotte.
Ci penseranno poi gli anni a mettere a posto le cose, perché tanto non si può fare diversamente.
È così che va la vita.
Ho sempre pensato che per essere amici o amanti si dovesse passare dal conflitto.
Per esempio: se non abbiamo mai litigato, allora c’è qualcosa che non va. Che problema hai? Forse non mi vuoi abbastanza bene.
Hai litigato con me? Allora ci sono due possibilità:
- sei davvero un mio amico
- sei un mio fottutissimo nemico
Che fatica.
È tutto storto, tutto sbagliato.
Cazzo che inferno.
Poi passano gli anni. Diventi stanco. Entri in quella fase della vita dove se uno non è d’accordo con te, che faccia pure.
Se per te è importante avere ragione, allora guarda: fai pure.
Hai ragione.
Il litigio smette di essere un momento fondativo dell’affettività.
O almeno in parte.
Nessuno è perfetto.
Comunque sia è da quel momento che cominci a guardare gli altri con amore.
Soprattutto chi non è tuo parente, chi non ha mai litigato con te.
Anche se non capiscono un cazzo, ma con amore.
Tanto, anche se tu ti comportassi in modo differente, non capirebbero niente lo stesso.
Non sei chiamato a salvare gli altri o a insegnare qualcosa.
Ti guardi indietro e vedi che nel tuo passato “amigliare”, tra un litigio e l’altro, c’erano dei momenti molto belli.
Tipo quando…
O quando…
O quando…
Sono fatti miei.
E comunque non è che in virtù della presenza di tali momenti si debba rileggere tutta la propria parabola esistenziale in nome di un happy ending.
Non è un porno.
Non è neppure una favola.
È solo così che va la vita.
Un po’ come quando la F cade da una parola, liberandola dal peso della fricativa labiodentale sorda e nascono lemmi più leggeri, capaci di disfunzionare liberamente tra le nuvole, come:
arfalla,
ibrillazione,
edeltà,
iglio,
igurare,
iligrana.
E,
ovviamente,
amiglia.
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