di M. R.
Ella e John nel 2016 vogliono rievocare la loro gioventù perduta: girano in camper ascoltando Bob Dylan e Janis Joplin, viaggiano per andare a visitare la casa di Hemingway.
Durante il tragitto sostano in campeggi e parchi a tema, riguardano le foto dei figli e degli amici, cercano di trattenere i ricordi che via via stanno scomparendo.
Ella e John sono vecchi, hanno passato da un po’ i settanta entrambi. E gli anziani si sa, sono nostalgici per definizione, non hanno che il passato.
E noi? Come saremo tra cinquant’anni?
Noi che seguiamo sui social Enrico Papi e Giovanni Muciaccia, esultando ad ogni cazzata che pubblicano.
Noi che le figurine dei Pokémon le ricompriamo con i soldi del primo lavoro, per finire la serie iniziata alle elementari.
Noi che andiamo alle serate a tema “anni 80-90-2000” anche se siamo nati nel ’98.
Noi che “i vecchi cartoni animati giapponesi sono l’unica cultura condivisa dalla nostra generazione” e alle fiere del fumetto paghiamo per sentire Cristina D’Avena e Giorgio Vanni.
Noi che l’università è finita da un bel po’, ma continuiamo a dire “vado a studiare” e se va bene scriviamo le tesi per quelli che, fortunati loro!, sono ancora iscritti.
Noi che siamo punk anche se ascoltiamo la trap, perché non sappiamo credere al futuro. E anche se fosse davanti a noi, non lo vedremmo, perché continuiamo a voltarci indietro.
Pensiamo sempre a come erano le cose prima, cerchiamo di spiegarci perché eravamo felici e senza preoccupazioni. Investigare così tanto però ha un rischio: potremmo scoprire la verità, non sempre piacevole. Magari quel cartone con cui eravamo in fissa non è così bello a riguardarlo adesso. Magari la nostra famiglia fantastica non era davvero perfetta.
Di fronte all’evidenza non c’è scampo; e allora cosa resta?
Il riscatto è nelle fedeltà alle proprie scelte, passate e presenti: riconoscere ciò che è stato, senza rinnegarlo né idolatrarlo, e perseverare in ciò che è adesso.
La cosa più difficile al mondo è lasciar andare i propri ricordi, e per scegliere il futuro, a volte, dobbiamo soffocare il passato.
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