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Centovetrine | Per Lo Verso giusto

26 Febbraio 2015 di giovanni ceccanti

Dopo un brillante esordio teatrale e film di spessore come “Lamerica” o “Così ridevano”, dopo aver recitato al fianco di attori del calibro di Bruce Willis o Ricky Memphis, Enrico Lo Verso, noto per non guardare più la tv dal 1984, è approdato a Centovetrine. “La soap è pura adrenalina per me – ha recentemente dichiarato – è tale l’impegno che dovrebbero chiamarla Millevetrine”. Riportiamo di seguito una scena mai andata in onda. 

Cedric[1] è seduto davanti alla finestra e guarda fuori muovendo furiosamente le froge del naso. Primo piano delle froge del naso di Cedric. Bussano alla porta, Cedric chiede chi è. Risponde la voce di una donna: “Sono Emma”.

Cedric va alla porta scavalcando una pila di tele bianche e apre senza dire niente. Emma[2] è vestita con una giacca alla coreana di seta, color perla, sbottonata in alto. Primo piano degl’occhi di Cedric, quindi delle froge, ora vagamente imperlate di sudore.

Campo e controcampo dei loro volti.

«Beh, cos’è? Non mi fai entrare?»

Cedric, ancora senza dire una parola, lascia sfilare Emma con un gesto della mano, quindi chiude la porta.

I due si siedono sul divano secondo prossemica.

«Sai, te lo devo proprio dire: ultimamente ti trovo molto incattivito, Cedric».

«Incattivito, dici? Sarà che non dipingo un quadro da anni, forse? Sarà che mio figlio non mi parla da anni, Emma, forse? Ma quel che è peggio è che ha ragione, non avrebbe alcun motivo di parlarmi e io non merito il suo perdono».

«Non dire così, Cedric».

«Senza contare che Inzaghi sta facendo un lavoro merdoso con il Milan[3]».

Panoramica del salotto illuminato a giorno.

«Non mi offri niente, Cedric?»

«Oh. Sì, certo. Cosa posso portarti? Una coca? Dell’ACE?»

«Una vodka sarebbe perfetta. Ce l’hai una vodka, Cedric?»

Cedric scopre che l’odore che si forma sulle froge del naso sa di cacca. Primo piano degl’occhi sorpresi di Cedric.

«Vado a vedere».

Stacco.

Nella scena successiva si vede la giacca alla coreana di Emma appesa alla maniglia della porta di camera. Lento zoom all’indietro. Poi si sente una voce ovattata e flebile provenire dal buio interno della stanza:

«In un momento sono sfiorite le rose, i petali caduti, perché io non potevo dimenticare le rose, le cercavamo insieme, abbiamo trovato delle rose, erano le sue rose erano le mie rose, questo viaggio chiamavamo amore, col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose, che brillavano un momento al sole del mattino, le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi, le rose che non erano le nostre rose, le mie rose le sue rose.

P.S.: e così dimenticammo le rose».

Un dolly segue Cedric che corre in bagno.

[1] Cedric Saint Germain è il personaggio interpretato da Lo Verso. Cedric è un pittore in crisi d’ispirazione.

[2] Emma è interpretata da Galatea Ranzi, l’attrice che avete già visto ne “La grande bellezza” di P. Sorrentino tuffarsi nuda in una piscina dopo un’umiliazione intellettuale.

[3] Piersilvio Berlusconi ha definito questa scena “bergsoniana”, prima di uscire per andare in palestra. Forse si riferiva all’opera minore di Bergson intitolata Le rire (Il riso), del 1900, in cui il filosofo di Parigi dice: (…) il comico comincia là dove il personaggio si dà in balia della sua incoscienza, compie gesti involontari, o pronuncia delle parole incoscienti. E ancora: Considerate un qualunque personaggio comico: per quanto consapevole esso possa essere di quello che dice e di quello che fa, se è comico, lo è perché vi è un aspetto della sua persona che esso ignora, un lato che gli è sconosciuto: soltanto per questo ci fa ridere.

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Postato in: Recensioni Tag: bruce willis, centovetrine, così ridevano, dino campana, enrico lo verso, giovanni ceccanti, henri bergson, la grande bellezza, lamerica, milan, piersilvio berlusconi, ricky memphis Fai un commento

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