Nell’appressarsi l’ora che i fati, con il consenso di Dio, avevano prescritto il fine del Signor nostro, […] ogniuno, scordatosi di se proprio, pensando il caso piagneva ramaricandosi che la sorte avessi senza proposito fatto morire così nobile e sopra ogni secolo e memoria Eccellentissimo Duce, in tanto principio di fatti sopraumani e nel maggior bisogno d’Italia. Pietro Aretino, Lettera a Messer Francesco degli Albizzi