Quando i Tornadi si arrabbiano, cominciano a girare su se stessi, e a girare e a girare e a girare. Fosse per me mi sarei già fermato per vomitare. I Tornadi sono come delle ballerine di musica classica. Io no. E neanche Ian Ziering con quella sua giacchetta denim. Maledetto lui e tutta la sua genia.
Quando Ian Ziering decise di recarsi a NY per andare a trovare la sorella sposatasi col suo vecchio migliore amico di gioventù che aveva come unica colpa agli occhi di Ian Ziering, ovvero colpa… cioè… insomma… che volevo dire? ah sì di aver fatto due figli proprio con la sorella, il Tornado che covava il proprio rancora negli abissi del cielo pensò bene di attaccare l’aeroplano su cui l’eroe stava viaggiando. La splendida Tara Reid, la più grande cagna degli ultimi venti anni di Hollywood, perse una mano su quel volo. È che nessuno a NY voleva credere al nostro paladino, perché una tempesta di squali è mille volte più paurosa di tutti i mostri che si nascondono nel buio in fondo al letto, dove fa freddo, dove è meglio non guardare anche se per addormentarti devi pur metterci i piedi.
A volte il Tornado si chiedeva chi fosse veramente il male: colui che perseguita o colui che si ostina a esser perseguitato: la vittima che offre il proprio collo o il carnefice che deve alzare il coltello verso l’alto? Quesiti del tutto irrilevanti, perché la vendetta si consuma nei cieli. Si consuma come un pasto serale. Tu porterai la tua forchetta alla bocca, esattamente come gli squali pioveranno su di noi mentre ci limitiamo a fare il nostro schifosissimo lavoro quotidiano. E’ lo spirito cannabinoide della California che ci abbandona in nome di NY. Atrocità della solitudine: i tuoi denti triangolari mi perseguitano fin dentro allo stomaco.

Certo, questa volta i soldi per questo orrore di spettacolo erano un po’ di più. E grazie al signore che poi la mano non digeribile di Tara Reid viene ritrovata in un grosso pesce carnivoro (che ho dedotto essere uno squalo martello sui dieci metri) morto proprio accanto a Ian Ziering, perché il bene quando vince festeggia sempre con una riconciliazione o un matrimonio. È che in realtà gli squali sono un sentimento: l’amore è un atto digestivo. Ci si morde fino a strapparci vicendevolmente gli arti per poi darci un bacio sulle labbra. E gli acidi gastrici non sono altro che l’assorbirsi vicendevolmente: io sarò il tuo pane, la tua carne, il tuo sangue. Sì sposatevi, eroi depressi e senza idee, amatevi, divoratevi, così che l’odio sia sempre più profondo e vendicativo dentro voi e nelle oscure profondità del cielo.
(In attesa dell’imperdibile Sharknado 3 o di qualcuno che mi riempia il freddo, vuoto, solitario frigorifero)

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