C’è questo, stasera: siamo un branco di lupi silenziosi che corrono verso un qualche altrove. Inebriati dalla nostra bellezza, pronti a bruciare per illuminare la notte.
Celebriamo il mistero della nostra giovinezza, delle sue ossessioni e della sua fame di vita. Celebriamo il nuovo millennio ballando fino al sorgere del giorno, le nostre voci spente dal fragore della musica. Attraversiamo la città come in sogno, le luci dei neon che ci accarezzano.
I miei occhi su di lei, che fuma e dondola le braccia e fluttua nell’aria come non avesse peso. La diresti la dea del qui-e-ora, l’incarnazione delle nostre fantasie di vivere davvero. Si volta a guardarmi, mi esorta in silenzio a seguirla, a scivolare insieme nella notte. Seppelliremo ogni pensiero del domani e le nostre emozioni, mute, saranno l’unica guida. Eppure i nostri cuori rimarranno ignoti, come fossero assenti, paralizzati dal timore di cedere. Saranno i nostri corpi a vibrare e risplendere.
Ipnotizzati o vittime di un incantesimo, svuotiamo le nostre vite dal di dentro. Scaviamo senza una direzione, perché la fame ci incalza. Al risveglio, quando i sogni sbiadiscono, ci scopriamo fragili e i soliti demoni bussano alla porta. La malinconia, i ricordi, l’eterno procrastinare; lo scoprirsi nuovamente a casa, invece che in fuga.
Eppure stasera c’è questo: siamo giovani ed eccitati e ci lasceremo cullare dal ritmo assordante dei nostri cuori. Che nessuno, per nessuna ragione, conoscerà mai.
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