Non so se gliene importasse qualcosa oppure no, ma quel che so per certo è che ha lasciato un sacco di cose nel mio appartamento e non le ha mai chieste indietro.
Ora il cuscino che le avevo prestato per quattro mesi ha l’odore della sua faccia e tutte le sue sigarette schiacciate dentro al posacenere a forma di colosseo mi ricordano un disidratato e pessimo monumento del nostro amore. In una nicchia della libreria c’è ancora il lampadario marocchino che non hai mai appeso e poco sotto una cassetta piena di DVD che comprava senza guardarli, li lasciava addirittura dentro alla loro plastica trasparente da imballaggio della grande distribuzione. Odiava la grande distribuzione, ma faceva la spesa all’Esselunga o alla Coop.
Tra il salotto e la camera da letto, senza dimenticare il corridoio, il mezzanine, il loft e il bagno, ci sono tutte le cose che ha portato senza mai riprendersele indietro ed io non so che farmene, come se non sapesse dove trovarmi, ha abitato in questa casa per quattro mesi ed io non ho cambiato il mio numero di telefono, mi avesse mai detto grazie o scusa o come stai, anche solo un messaggio sarebbe andato bene. Sembrerebbe che li abbia dimenticati per rifarsi una vita da un’altra parte o per morire avvelenata da dei funghi raccolti con poca attenzione. Ha lasciato qua pure il suo portagioie, con tutti quegli orecchini e le collanine e le perline e non ho mai guardato con molta attenzione lì dentro, potrebbe essere bigiotteria o roba di valore, se ci penso bene mi sembra che sia stato tutto un po’ così con lei. Non sono un ladro o un truffatore, vorrei proprio poterle rendere ogni sua cosa, come quella moltitudine di vestiti usurati. E quando eravamo con degli amici, si prendeva i complimenti al posto mio per le cose che facevo io, come i piatti che avevo cucinato o i disegni che avevo fatto sulla parete del salotto o tanti altri piccoli furtarelli di personalità e copyright e poi rideva indicandomi e nessuno capiva come mai io rimanessi pietrificato. Mi diceva che era tutto un problema di ironia, simpatia, fare la battuta giusta al momento giusto.
C’è una copia de L’arcobaleno della gravità sul comodino dal suo lato del letto e non so neppure se lo abbia cominciato e che dire delle compilation su CD che le ho fatto e regalato e che non ha mai ascoltato e che probabilmente ha cestinato appena se ne è andata da qui? Per non parlare della scatola di lenti a contatto che le ho comprato un pomeriggio, dopo un litigio furioso, e che sta ancora su una mensola in bagno.
Chiaramente tutto questo è dedicato a tutte le cose che ho dimenticato nei vari appartamenti in cui, anno dopo anno, ho passato del tempo, ma ci tengo a sottolineare che tutti quegli oggetti andati persi sui comodini o nei saloti degli altri rimangono pur sempre dentro di me, come il giorno in cui lei non ha più messo piede nel mio appartamento senza neanche dirmi ciao.
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