- Quando andavo alle medie un film ha distrutto completamente la mia esistenza. Era una fase di pubertà ormonale, ma quel film tv mi riportò all’infanzia, quando avevo paura del buio, quando avevo paura dei mostri nascosti sotto le coperte.
- Quel film era It.
- L’ho visto 30 volte (dove trenta è un numero casuale per indicare tante volte), l’avevo registrato dalla tv in VHS, per l’esattezza due videocassette, dato che durava quattro ore, lo guardavo in modo compulsivo per cercare di capire cosa mi facesse così tanta paura. E più diventavo scrupoloso nell’analisi, più diventavo fobofobico. In seconda media ho smesso di dormire la notte a causa di It.
- Io e Giulia Cheloni decidemmo di leggere il libro omonimo di Stephen King durante l’estate. I libri di King hanno sempre una strana tensione estiva. Se odio l’estate è colpa sua, di Stephen.
- Il libro era ancora più agghiacciante del film.
- Non so più distinguere i libri dai film o dalle cose che mi accadono nella vita. Quella discussione con la mia ragazza l’ho vista, letta o vissuta? Penso che sia successo qualcosa nel mio cervello che ha reso il mio pensiero più semplice. Penso che ci siano dei motivi precisi se ho permesso che questo accadesse. Un tempo studiavo cose difficilissime e arzigogolate. Adesso è grassa se rispondo a tono alle persone intorno a me. Che sono tutte brave e piene di spirito produttivo. Che sgomitano per emergere e sono simpatiche. Che non hanno mai amato It.
- La verità è che ho sempre desiderato galleggiare. Come tutti, d’altro canto. Un palloncino rosso gonfiato ad elio che non scappa via nel cielo solo perché un clown stringe tra due dita un sottile filo bianco.
- Così, quando è uscito questo remake di It sono andato a vedermelo con un misto di eccitazione cinica postmoderna postmortem insieme a qualche amico/a e ad una caterva di adolescenti ormonati proprio come lo ero io quando vidi la prima versione di It.
- Senza dubbio questa versione è più aderente allo spirito del libro, anche se meno fedele alla struttura.
- Quando sono uscito dal cinema ero sia contentissimo sia deluso: a) non ero regredito ad una fase infantile; b) sapevo perfettamente che era un film e non un libro o la realtà; c) non avevo paura. Mentre tornavo a casa mi chiedevo: cosa mi è successo in questi venti anni? Dove sono finito? Forse che l’età adulta è quella fase in cui davvero noi tutti galleggiamo come palloncini? Forse è questa la felicità?
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