Quella pallottola, da quanto tempo è in orbita?
(“Mi hanno sparato e sono morto”, Michele Mari)
1.
Bonanza Creek Ranch, Santa Fe, New Mexico. Giovedì 21 ottobre, intorno alle 13:50 ora locale, durante le riprese del film western “Rust”, Alec Baldwin (63), produttore e attore del film, ha sparato con una rivoltella Colt vintage di fine ottocento colpendo la direttrice della fotografia Halyna Hutchins (42) e il regista dello stesso film Joel Souza (48). Un’unica pallottola sparata che ha attraversato il torace della Hutchins per poi raggiungere la clavicola di Souza e lì fermarsi.
Halyna Hutchins è caduta immediatamente a terra, molte mani precipitandosi a tamponare la ferita al centro del petto. Da tutti i colleghi definita un astro nascente di Hollywood, la direttrice della fotografia è stata trasportata in elicottero all’ospedale di Albuquerque, dove è deceduta poco dopo. Lascia un marito e un figlio.
2.
L’ultimo video postato dalla Hutchins mostra lei e alcuni colleghi fare una passeggiata a cavallo durante una pausa. La descrizione del video diceva: “One of the perks of shooting a western is you get to ride horses on your day off :)”
Qualche giorno prima Alec Baldwin aveva postato una foto di sé sul set col vestito di scena – fazzoletto al collo, cappello da cowboy in una mano e giaccone di pelle lacera nell’altra, come un perfetto Liberty Valance. In pancia, il buco di una pallottola irrora abbondantemente di sangue la camicia di lino chiaro.
3.
Il sabato precedente al tragico incidente, lo stuntman (il doppio) di Baldwin aveva sparato due colpi veri credendo di avere in mano una cold gun (termine usato sui set per definire un’arma sicura, caricata a salve). E «cold gun!» è quello che ha gridato un assistente alla regia – Dave Halls, come rivelato dal detective Joel Cano dell’ufficio dello sceriffo di Santa Fe – prendendo l’arma da un carrello e affidandola a Baldwin prima dell’inizio della cosiddetta “scena della chiesa”.
La responsabile delle armi sul set si chiamava invece Hannah Gutierrez Reed (24). Suo padre, Thell Reed, detto “The fastest gun alive” per la velocità di estrazione e sparo esibita durante molte gare, è a sua volta un famoso armaiolo di Hollywood.
Si dice che a 13 anni Thell sopravvisse a un incontro ravvicinato con un orso Kodiak in Alaska grazie alla sua destrezza con le armi, a sua volta trasmessagli dal padre, il proprietario di un BBQ che gli affidò due Colt 45s quando era ancora piccolo con l’augurio di guadagnarci, un giorno, da vivere.
4.
Halyna Androsovyč (Галина Андросович) era nata in Ucraina ma era cresciuta in una base militare al circolo polare artico, “circondata da renne e sottomarini nucleari”.
5.
Kansas, 1880 circa. Un ragazzino di 13 anni deve badare al fratello minore dopo la morte dei genitori. Dopo aver ucciso accidentalmente un allevatore, il ragazzino viene condannato all’impiccagione e fugge insieme al nonno (Harland Rust, Alec Baldwin).
Nella cosiddetta “scena della chiesa”, il dodicesimo giorno di riprese, Harland Rust esce ansimante dalla chiesa, estrae la pistola dalla fondina e spara un colpo allo sceriffo. Lo scoppio è reale, la fiammata pure. Qualcosa fischia e attraversa la scena. È l’unica pallottola vera in mezzo alle altre a salve. Come in un terribile scherzo, la pallottola esce di scena violando insieme la prima regola nell’uso di un’arma (mai puntarla verso una persona) e la prima regola del cinema (mai rivolgersi alla telecamera). Sibila infatti accanto al monitor dove Halyna Hutchins studia le luci e il regista dietro di lei si interroga, inginocchiato, sulla credibilità della narrazione.
6.
Nell’articolo uscito su The Hill “Is the Alec Baldwin shooting a homicide?” si ricorda il caso dell’elicottero caduto durante le riprese del film “The Twilight zone” (l’attore Vic Morrow fu decapitato dalle pale dell’elicottero insieme al piccolo Myca Le; la piccola Renee Chen morì invece schiacciata dal velivolo) e quello di Brandon Lee durante le riprese de “Il corvo” (Funboy, interpretato da Michael Groo Massee, sparò nello stomaco all’attore nella scena in cui Eric, il suo personaggio, ricorda la propria morte). Il primo fu chiuso con un’assoluzione degli imputati, il secondo senza nessuna incriminazione (Massee, per un inquietante contrappasso, morirà 22 anni dopo di cancro allo stomaco).
Nell’articolo si dice che tutte le parti in gioco nel dramma occorso sul set di “Rust” avrebbero ad ora presunzione di innocenza e che Baldwin potrebbe altresì essere incriminato in quanto produttore e dunque responsabile della sicurezza durante le riprese del film (shooting the movie), più che in quanto esecutore materiale dello sparo (shooting the gun).
7.
Al momento, riporta il detective Joel Cano dell’ufficio dello sceriffo di Santa Fe, né Halls, né Gutierrez, né Baldwin sono stati incriminati. “Solo perché è avvenuto un crimine – continua l’articolo su The Hill – non significa che ci sia un criminale”.
Da quanto trapela, sembra ormai chiaro che vari membri della crew si divertissero a sparare con pallottole vere alle lattine durante le pause dal film.
Forse è solo questo che cambia da quando morivamo per finta giocando ai cowboy: uno scoppio più grande, proporzionato ai muscoli in aggiunta, un rischio più palpabile, proporzionato alla paura.
8.
Quando a Ronnie Lee Gardner chiesero di scegliere come voleva morire – fucilazione o iniezione letale – la “piccola viziosa canaglia”, come amava definirsi, non ebbe dubbi: fucilazione. Nel 2010 lo stato dello Utah lo consentiva ancora. Per tutta la sua esistenza si era guadagnato da vivere con una pistola, rapinando e uccidendo. Così scelse la legge del taglione. Una morte d’altri tempi, violenta e scomposta. Moltissimo sangue. Cinque i fucili puntati al cuore, uno dei quali caricato a salve così che ogni cecchino potesse in coscienza credere di non aver ucciso.
L’ultimo pasto di Ronnie Lee furono bistecca e aragosta innaffiate di 7up, torta di mele e gelato alla vaniglia. Quindi fece un digiuno spirituale di 48 ore durante il quale guardò la trilogia del “Signore degli Anelli”.
Secondo alcuni le sue parole di commiato furono: “Sono stato dall’altra parte. So cosa si prova. Una volta che hai sparato, non te ne liberi più”.
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