Un esempio della ricorsività della fuga – mia, in questo caso, ma del blog in generale che ne fa un marchio e un metodo – è questa recensione che subito fugge dall’essere una recensione. Ho scelto, in un primo momento, di recensire il film Batman V Superman: Dawn of justice. Non essendo ancora uscito in Italia, e non avendo avuto il tempo di vederlo in streaming, il film si concretizza immediatamente come centro perfetto di una recensione che fugge il suo oggetto.
Nel primo maldestro tentativo il fuggitivo afferra alcune cose che crede gli saranno utili, dominato ancora dal panico e dall’incertezza del futuro: il film è probabilmente il più costoso di tutti i tempi; è stato girato tra l’ottobre 2013 e il dicembre 2014, fra Los Angeles e Detroit, in immensi capannoni top-secret; il film è un cross-over dei due supereroi Batman e Superman che qua, nella visione del regista Snyder e degli scrittori Terrio e Goyer, diventano sempre di più Prometeo (il primo) e Dio (il secondo)…
La fretta, insita nella fuga, lascia che si raccolgano anche numerosi oggetti inutili: Ben Affleck, inviso ai fan in quanto successore di Bale, trovava non poche difficoltà ad urinare con il costume da Batman; l’attrice che interpreta Wonder Woman, Gal Gadot (גל גדות: “onda” + “riva”), è stata inserita dalla rivista Shalom Life al quinto posto delle “50 più talentuose, intelligenti, divertenti ed attraenti donne ebree del mondo”; Jeremy Irons (Alfred Pennyworth nel film) ha guidato la nuova ruggente batmobile durante una pausa, per puro sfizio; Metropolis e Gotham City si trovano ai due estremi di una baia immaginaria, e i poveri di Gotham vanno ogni mattina col traghetto a lavorare nella ricca Metropolis…
Ormai lontano dall’incendio, con in mano soltanto uno scolapasta e alcune foto sbiadite, il fuggitivo lascia cadere anche questi oggetti e ricomincia a correre, terrorizzato dalla stasi come Keanu Reeves in Speed.
Scopro così che la doppiatrice italiana di Gal Gadot è Claudia Catani, la voce di Dana Scully in X-Files e di altre celeberrime attrici; decido di scrivere un pezzo su di lei, sul fatto che è una posturologa olistica eccetera, ma non faccio in tempo a raggiungere i 500 caratteri che mi trovo in un forum dal titolo: “Lo strano caso di Katharina Böhm”.
K.B. è un’attrice austriaca che interpreta la fidanzata del commissario Montalbano nell’omonima serie tv. Doppiata dalla “nostra” Catani, lentamente la Böhm smette di apparire fisicamente nella serie e diventa episodio dopo episodio soltanto una voce al telefono. Così, in effetti, la Catani assurge al ruolo di coprotagonista, sostituendo col suo timbro e la sua intensità vocale le espressioni del volto, la mimica e la prossemica dell’eterna partner del commissario di Vigàta. ABC85 definisce tutto ciò una specie di “trasfigurazione”…
La fuga mi conduce lontano – troppo – e sono quasi perduto. Non ho scritto ancora un pezzo che possa dirsi tale. Scopro che la Böhm è la protagonista in Germania di un’altra serie, “Il commissario Lanz” (Die chefin), dove interpreta Vera Lanz. A lei si affianca il collega Jan Trompeter, kriminalkommissar mai domo. Non posso fare a meno di notare che Jan è doppiato da Francesco Venditti, figlio del cantante Antonello e di Simona Izzo – doppiatrice – e nipote di nonno Renato – doppiatore – e delle zie Rossella, Fiamma e Giuppy – doppiatrici – cugino di Miriam, Lilian, Giulia, Rossa, Anita, Nike e Alessandro – tutti doppiatori – e padre di Tommaso e Alice – anche loro doppiatori, anche se Tommy vorrebbe studiare ragioneria.
È ormai chiaro che il mio articolo parlerà della “lobby” (così definita da Muccino) dei doppiatori italiani.
Ma in verità mi sto già voltando indietro…
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