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In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

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The club | MYmovies and I

16 Marzo 2016 di simone lisi

Uno

Come sarebbe la nostra vita se la smettessimo di desiderare?

Nessun tipo di pensiero, nessuna idea, seppur remota. Niente spasimi per qualcuno o qualcosa, per una migliore posizione sociale, una conquista, niente di niente.
Probabilmente in quel mondo alla fine del mondo, in quella Patagonia dei desideri, che è come mi immagino la vita sacerdotale, desidereremmo ancora.

Desidereremmo lo stesso, perché desiderare è sinonimo stesso di esser vivi. Penso io.

Il club è un film cileno, diretto dal regista Pablo Larrain, seppur come diceva Migliorini nel foyer dell’Odeon, il regista ha di bello che non convince mai fino in fondo, e questo film non fa eccezione: sarà il finale un po’ sfilacciato, con tutta quella musica melodrammatica.

Parla di quattro preti che vivono insieme, e all’inizio nemmeno si capisce che sono preti, salvo uno lo sappia già. Comunque non sembrano preti anche perché si direbbe che qualcosa lo desiderano, o forse l’hanno desiderato in passato.

Ma quello di cui vorrei parlare qui è tutt’altro, come si evince dal titolo, ovvero parlare di MYmovies.

 

Due

Come funziona che la gente sceglie di andare a vedere un film invece di un altro?
La domanda è di ampio respiro e potrebbe arenarsi in vaghe disquisizioni inutili sulla struttura del desiderio, o dell’essere, che forse sono la stessa cosa, ma lasciamo da parte questo.

Probabilmente la gente sentirà parlare di un film alla tv, se guarda la tv, o vedrà delle pubblicità su internet, o per le strade, o nei giornali, oppure ne sentirà parlare da qualche amico (il passaparola, che concetto de-mode) e gli verrà voglia di vederlo.

Poi c’è MYmovies.

“Con 50 milioni di pagine viste e oltre di 7 milioni di utenti unici al mese (Nielsen SiteCensus, gennaio 2011), MYmovies.it si attesta come il primo sito italiano di cinema per visitatori”.

Mymovies funziona perché è comodo: non solo ti dice dov’è un film, in che orario, e ti racconta in cinque parole di che parla il film, ma ti dice soprattutto in una banda colorata:

Consigliato: Sì

Consigliato: No

Consigliato: Assolutamente Sì

Consigliato: Nì

In fondo il grado zero della critica è il semplice Sì o No. Mymovies funziona perché è il grado zero della critica, e questi sono gli anni zero (in verità sono gli anni dieci, ma è come se fossero gli anni zero visto che la nostra percezione è sempre ritardata).

Tre

Esistono persone che non vanno al cinema. Mai, o quasi mai.

Non si orientano nella scelta dei film né tramite la pubblicità in televisione, né sulle riviste, né in nessun modo. Non si orientano in nessun modo nella scelta dei cinema perché non vanno al cinema. Sono persone normalissime, che se le vedi per la strada non le riconosci. Desiderano altre cose, probabilmente, hanno delle vite orientate ad altri valori, il lavoro, i figli, il calcio, chi lo sa. Andare al cinema è bello penso io. Loro desiderano altre cose. Va bene, non per questo sono subumani, ve lo garantisco.

C’è gente che non legge nemmeno MYmovies. Che nemmeno guarda la banda colorata di MYmovies.

Scrivo queste poche parole al tavolo di cucina, e adesso la smetto, pensando alla barra colorata di MYmovies e una grande stanchezza mi assale: penso a quell’assolutamente sì attribuito al film di Larrain e mi domando che significa, se il grado zero della critica non sia proprio io e i miei desideri non siano poi quelli di chiunque altro.

Assolutamente Sì?

Nì.

Sì?

Non lo so.

Ecco sarebbe bello MYmoves inserisse la barra Non lo So.

Consigliato: Non lo so.

Sarebbe onesto.

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