di Lavinia Ferrone La sua corsa affannata era volta a raggiungere gli altri bambini che vedeva già in lontananza ciondolarsi, chi appeso a testa in giù, chi con le gambe stese nel vuoto come dardi sparati verso l’alto, a gridare ‘Più forte! Più forte!’.
Chiara Ferragni – Unposted | Fedez, l’uomo che sapeva stare al suo post
di Lavinia Ferrone Curva tutto sulla destra, inchioda, spenge il motore. E ancora un’altra estate arriverà E compreremo un altro esame all’università E poi un tuffo nel mare Nazional
Bonding | Non so più che pesci prendere
di Lavinia Ferrone Dove eravamo rimasti. Eravamo rimasti a Sex Education, una serie post-teen che aveva smosso le coscienze ad addentrarsi in un’analisi spietata su quanto fossero eccessivamente bigotte le serie teen anni 80’-90’ basate su stereotipi (ancora tremendamente attuali) costruiti su di un’impalcatura solida fatta di fondamentalismo cattolico per cui se facevi sesso (‘lo facevi’) prima del matrimonio l’ira diddio feroce si scagliava su di te facendoti venire un tumore. E alla fine lei muore.
SEX EDUCATION | SI DICE PRENDERLO O PIGLIARLO?
di Lavinia Ferrone C’è stato un periodo della storia ipercontemporanea dell’universo dello show, inteso come cinema o serie tv, durante il quale la questione dello scopare veniva demonizzata a suon di tentativi subliminali. Così, tutto ciò che rappresentava lo scopare o aveva a che fare con lo scopare o andava a toccare collateralmente anche solo l’idea ancestrale di scopare, era restituito al pubblico come un qualcosa di negativo, oscuro, triste, che scivolava rapidamente verso il suo inevitabile ricongiungimento con la morte.
BOHEMIAN RHAPSODY – Rapsodia Animale
di Lavinia Ferrone Essì, a noi ci hanno cresciuto così, siamo questa generazione cresciuta a suon di false speranze, falsi miti, kinder paradiso e tanti tanti schiaffi sul muso: alle poste, alla coop, in tramvia, al semaforo, davvero un sacco di schiaffi.
Il filo nascosto | Memorie dal Super-io
di Lavinia Ferrone E così se ne accese un’altra.
La camera azzurra | Se la vita fosse facile come nei film francesi
di Lavinia Ferrone Nota dell’autore. Premetto che questo doveva essere un pezzo sul film-tv su De André che sono andata a vedere al cinema in modo da godermi Marinelli formato XL. Poi nel pezzo non avrei parlato di Marinelli che comunque è un grande attore. Cioè, Marinelli non è solo bellissimo, Marinelli sa pure recitare capito. Si vede che Marinelli ha studiato tipo dizione. Però giuro, non avrei parlato di lui. Voleva essere un pezzo che ripercorreva il ruolo della sigaretta nel cinema. Si fuma molto meno nei film di oggi rispetto a un tempo. Ma non nel film su De André. Quindi l’idea di smettere di fumare? É andata in fumo, quando sono uscita dal cinema dopo tre ore e mezzo di film e l’ansia che non incontrerò mai Marinelli, e che comunque anche se lo incontrassi non saprei che dirgli, e che comunque anche se sapessi che dirgli lui non mi considererebbe. Magari lo incontrerei all’uscita del cinema, dopo il film su De André, gli chiederei se ha da accendere, e magari lui a quel punto mi chiederebbe una sigaretta asserendo che “Dopo questo film ho dovuto riniziare”.
24 Frames | L’ultimo Kiarostami
di Lavinia Ferrone “Sai babbo l’altro giorno con Giovanni siamo andati a vedere un film di Kiarostami, il regista iraniano. Il film si intitola 24 Frames, è l’ultimo che ha fatto. In sostanza con questo film vuole andare ad indagare che cosa succede l’attimo prima e l’attimo subito dopo che si è scattata una fotografia”. La spaccio come se fosse una mia analisi del film, ma è quello che c’è scritto sul libricino del festival.
Bosch – Il giardino dei sogni | Bosch on the beach
di Lavinia Ferrone È stato durante una sera di novembre, di quelle afose. Sono andata al cinema e mi sono resa conto che è come andare al mare.