– Cari compagni, care compagne! La Segreteria Centrale Unitaria del Partito Comunista Italiano era schierata in pompa magna e aveva inchiodato perfettamente quell’equilibrio importantissimo da trovare fra lusso, ostentazione, medaglie appuntate sul petto; e modestia, umiltà, proletarismo modaiolo. I membri dovevano trasmettere l’idea di essere gente comune che con impegno, dedizione, duro lavoro e sacrificio erano stati riconosciuti come i migliori rappresentanti della classe dei lavoratori. La giornalista di Moda Proletaria, una rivista molto seguita dalle masse, l’avrebbe definita “eleganza incosciente”.