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In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

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Coco | Nel nome dei padri e delle madri

Coco | Nel nome dei padri e delle madri

13 marzo 2018 di Leonardo Biancanelli

La prima volta che lo vidi suonare fu a Milsum nel 2017; era seduto su uno sgabello al centro di uno dei prati più grandi del Loto Giarden – delle due distese d’erba separate da una roccia piatta e alta circa due metri e mezzo sulla quale si arrampicavano i bambini come gesto di coraggio fino a qualche tempo fa, era quella sulla destra che fu scelta da lui come palcoscenico, se così si può dire.

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Il filo nascosto | 5 min prima della scena

Il filo nascosto | 5 min prima della scena

9 marzo 2018 di ferruccio mazzanti

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The Disaster Artist | Perché inseguire i propri sogni (non) è una buona idea

The Disaster Artist | Perché inseguire i propri sogni (non) è una buona idea

6 marzo 2018 di simone lisi

1. A una delle ultime presentazioni del mio libro, in un piccolo paese della Toscana dove non ero stato mai, la bibliotecaria che mi presentava, la quale oltre a essere una bellissima donna si era anche studiata tutta la mia carriera letteraria perfino gli articoli che avevo scritto sul calcio, mi ha chiesto, in un punto qualunque dell’intervista, se il fatto che io avessi pubblicato un romanzo mi avesse allontanato dai miei compagni di In fuga dalla Bocciofila.

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Preacher | O delle opere di Padre Bresciani

Preacher | O delle opere di Padre Bresciani

2 marzo 2018 di Salvatore Cherchi

«Quando m’arrischio ad uscire vedo solo visacci briachi, truculenti, feroci, armati di pistole, di daghe, di pugnali, di carabine… bestemmiando ad ogni parola bestemmie orribilissime, sozzissime e più che diaboliche contro Maria immacolata». Così scrive Padre Antonio Bresciani nell’introduzione al suo romanzo L’ebreo di Verona. È il 1850. Siamo a Roma. Ma facciamo un passo indietro. Al 1849.

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The shape of water | La storia del polpo

The shape of water | La storia del polpo

26 febbraio 2018 di francesca corpaci

Quando andavamo al mare mia madre ci raccontava la storia del polpo. È un fatto divertente che le era capitato prima di avere me e mia sorella, prima di sposarsi, prima di conoscere suo marito ovvero nostro padre. Durante una vacanza in barca con certi amici, evento già di per sé notevole dato che mia madre non ha mai imparato a nuotare, avevano ormeggiato in una caletta. Mentre gli altri facevano il bagno e lei stava lì a guardarli, con i piedi in acqua e le gambe che sporgevano dallo scafo, aveva sentito qualcosa toccarle la caviglia. Sarà un pesce, un’alga, aveva pensato. Poi la cosa le si era aggrappata a un piede e aveva iniziato a tirare.

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Good Time | Il puro e il dannato

Good Time | Il puro e il dannato

20 febbraio 2018 di Leonardo Biancanelli

«Non ho ancora capito perché lo hai fatto? Il vero motivo intendo… adesso saresti dovuto essere almeno sollevato» «È impossibile che sia sollevato; è come un gatto che si morde la coda. Mi sembrava giusto riprendere i soldi che spettavano a Lara… anzi, mi sembrava giusto e basta» «Spiegami cosa vale il giusto se alla fine ti ritrovo qui seduto con la fronte tra le mani?»

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La camera azzurra | Se la vita fosse facile come nei film francesi

La camera azzurra | Se la vita fosse facile come nei film francesi

16 febbraio 2018 di Redazione

di Lavinia Ferrone Nota dell’autore. Premetto che questo doveva essere un pezzo sul film-tv su De André che sono andata a vedere al cinema in modo da godermi Marinelli formato XL. Poi nel pezzo non avrei parlato di Marinelli che comunque è un grande attore. Cioè, Marinelli non è solo bellissimo, Marinelli sa pure recitare capito. Si vede che Marinelli ha studiato tipo dizione. Però giuro, non avrei parlato di lui. Voleva essere un pezzo che ripercorreva il ruolo della sigaretta nel cinema. Si fuma molto meno nei film di oggi rispetto a un tempo. Ma non nel film su De André. Quindi l’idea di smettere di fumare? É andata in fumo, quando sono uscita dal cinema dopo tre ore e mezzo di film e l’ansia che non incontrerò mai Marinelli, e che comunque anche se lo incontrassi non saprei che dirgli, e che comunque anche se sapessi che dirgli lui non mi considererebbe. Magari lo incontrerei all’uscita del cinema, dopo il film su De André, gli chiederei se ha da accendere, e magari lui a quel punto mi chiederebbe una sigaretta asserendo che “Dopo questo film ho dovuto riniziare”.

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Il Bi e il Ba | Sterili tentativi di miglioramento umano attraverso l’utilizzo della specchiata onestà in ambito cinematografico

Il Bi e il Ba | Sterili tentativi di miglioramento umano attraverso l’utilizzo della specchiata onestà in ambito cinematografico

12 febbraio 2018 di Redazione

di Gabriele Merlini «Posto che il cinema sia finzione e la finzione il bello del cinema, fingere di amare il cinema dovrebbe essere la sublimazione di tutto. No?» Silenzio.

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Tre manifesti a Ebbing, Missouri | Cicatrici invisibili

Tre manifesti a Ebbing, Missouri | Cicatrici invisibili

9 febbraio 2018 di Redazione

di Andrea Caciagli Al Tibur, il cinema all’angolo della piazzetta di San Lorenzo a Roma, danno Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh. Vado a vederlo senza aver visto il trailer, soltanto i manifesti. Così, per coerenza.

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