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In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

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Nerve | Blue Whale

28 Giugno 2017 di ferruccio mazzanti

Gli storici cercarono di ricostruire il punto di non ritorno analizzando giornali cartacei e riviste on-line e fonti di origini dubbie, tra cui: cartoline, lettere d’amore, canzoni, poesie, liste della spesa, appunti, riassunti, cartine delle caramelle, mappe del tesoro, buste di vaniglia, oggetti desueti, cose dimenticate, graffi su mobili, sigarette spente, fiori secchi, voccali, consonanti, sogni, iperurani, lacrime, falsi suicidi per applausi, cibi nella corte dei centri commerciali, bingo, gringo, jingle.

Gli storici sostengono che da un po’ di giorni Filippo incontrasse persone che gli parlavano sconvolte del Blue Whale. Tra una birra e l’altra elencavano regole a caso. Si trattava di una sorta di gioco suicida. Dovevi disegnarti una balena blu sullle braccia con una lametta.

Dovevi svegliarti tutte le mattine alle 4.20

Dovevi passare giorni interi a guardare nell’abisso da un cornicione di un palazzo

Dovevi farti dare ordini da dei curatori anonimi e segreti che controllavano il tuo computer e ti parlavano su skype con una voce fredda e distante e intollerante

Gli storici suppongono che dopo un po’ finivi per suicidarti, saltando di sotto da un palazzo. I giornali avevano dato l’allarme: nelle scuole l’epidemia stava dilagando: gli adolescenti giocavano: gli adolescenti morivano. Era peggio dell’alcool e della droga e del tabacco e secondo gli storici tutti gli adulti responsabili avrebbero dovuto iniziare a controllare queste giovani, inebetite generazioni e preoccuparsi. Controllate e preoccupatevi! Un’orda di suicidi si nasconde proprio nella cameretta di vostro figlio! Intitolava un telegiornale scandalistico su un canale commerciale. Ma poi che era successo?
Secondo gli storici Filippo rideva soddisfatto ai tavolini di un bar notturno che si chiamava Sverso e quando tornò a casa accese il vecchio laptop incrostato di adesivi sulla scrivania piena di cartacce e merendine non finite, un posacenere dove una piccola montagnola di cicche olezzava la stanza, una confezione di Kleenx quasi a fine, il Ventolin dimenticato sotto uno di quegli obsoleti registratori a nastro magnetico, un calzino secco a righe, un piatto unto con una forchetta unta. Attese che Windos Xp terminasse di caricare l’interfaccia, col mouse muoveva l’indicatore in ampi cerchi concentrici nel mezzo dello schermo. Poi aprì Internet Explorer ed entrò nel suo sito personale da dove osservò un video che gli era appena stato recapitato: un ragazzino russo che si gettava da un palazzo. Dicono che Filippo si sia sfregato le mani compiaciuto. Poi scrisse una dichiarazione d’intenti così tanto ponderata da lasciar di stucco gli storici che tentarono di ricostruire gli eventi:
“Non sono io, non sei te, non è nessuno in particolare, ma la società e la tecnologia e l’omino dentro al cervello: la consapevolezza non è altro che una forma d’amore”
Alcune interpretazioni degli storici traducono questo messaggio lasciato ai posteri su un taccuino da 1.99 € al supermercato come una complessa, crittografata dichiarazione d’amore capace di cambiare la storia del genere umano, la quale in sisntesi, per alcuni storici, potrebbe essere tradotta così: “Sono ancora qua a domandarmi se tornerai la notte da me e se darai l’acqua alle piante e se gli oggetti desueti che incontri bagnati sulla strada ti parleranno di quando eravamo seduti in cima a quella montagna, ricordi, e tu dicesti che il sole era stato plasmato da noi una mattina dopo che avevamo fatto l’amore e prima di quella mattina, dicesti, c’erano solo stupidi giochi di società e oscuri luoghi mangia-soldi, mentre ora, dicesti, ora abbiamo inventato, io e te, la luce”.

 

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Postato in: Anatomia di un fotogramma, L'addetto stampa Tag: Blue Whale, lavaggio del cervello, Nerve, suicidio 2 commenti

Trackbacks

  1. ring cartier replica ha detto:
    9 Settembre 2017 @ 14:48

    ring cartier replica

    Wow…thank you Ryan & Melinda for your advises.

    Rispondi
  2. cartier replique bracelet love ha detto:
    2 Novembre 2017 @ 22:19

    cartier replique bracelet love

    It is unnecessary to prove who is right or who is wrong.

    Rispondi

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