• Chi siamo
  • Contattaci

In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Home
  • Categorie
    • Anatomia di un fotogramma
    • Cartoline dal foyer
    • La scena tagliata
    • La sindrome del personaggio secondario
    • Lo sfogone
    • Oceani di autoreferenzialità
    • Recensioni vere
    • La recensione di Ferruccio Morandini
    • La vertigine della lista
  • Festival
    • Festival dei Popoli
    • Festival di Cannes
    • L’arte dello Schermo
    • Lo Schermo dell’Arte
    • Torino Film Festival
  • Haiku
  • Archivio
    • Indice Alfabetico
    • Archivio per mesi
  • Cerca

Festival dei Popoli 58 | La retrospettiva del giapponese

19 Ottobre 2017 di simone lisi

Alla proiezione del sabato pomeriggio, al cinema Alfieri, c’era la retrospettiva del regista giapponese: era l’evento che io aspettavo con l’acquolina in bocca perché sapevo vi avrei incontrato i veri volti del Festival dei Popoli.

Lontanissime le serate-evento e le luci colorate, lontanissimi i film con temi legati al presente storico; la proiezione del sabato pomeriggio, il documentario di minuti 150 per lo meno, dello sconosciuto regista giapponese, era quello che io cercavo e attendevo tutto l’anno.

Riconobbi immediatamente i soliti volti noti: l’uomo dalla lunga barba e i lunghi capelli grigi, immancabile a ogni Festival dei Popoli. L’uomo con il gilet nero, la camicia nera e i tratti lynchiani (quest’uomo ho il sospetto che non solo ci sia a ogni Festival dei Popoli, ma che ci sia sempre, cioè che lavori nei cinema come maschera, e per questo sarebbe onnipresente, come i figli dei ferrovieri che viaggiano in treno gratis, per tutta la vita).

Infine arrivò anche il presentatore con il pastrano e i sandali monacali e la barba ad accompagnare il regista giapponese in persona, e dopo un breve saluto, una sala di circa dieci spettatori iniziò la visione del film.

Il documentario era bello. Non ne dirò una parola di più, solo che era bello.

Alla fine del film noi dieci spettatori eravamo rimasti tutti e dieci, malgrado il regista giapponese avesse espresso dubbi al riguardo, prima dell’inizio della sua stessa pellicola. Il regista era molto simpatico, di una simpatia giapponese, a tratti mortifera, autodistruttiva, cupa, ma sempre onestamente divertito della follia che scuoteva il mondo (e anche il film parlava in fondo di questo).

Ci fu come ogni a Festival dei Popoli il breve sterile dibattito a seguire, le domande sagaci del presentatore con i sandali monacali, la traduzione spenta del traduttore storico dei Popoli e, infine, dopo altre due domande che erano per lo più osservazioni, l’invito alla masterclass con il regista, gratuito, aperto a tutti, che si sarebbe tenuta la domenica mattina dalle nove e trenta alle tredici e trenta e, con gli stessi orari, il lunedì mattina. Sì, il lunedì mattina.

Diana allora mi guardò come a dire, ma come pretendono che uno di lunedì mattina possa venire, lasciare il mantello e seguire l’uomo con i sandali monacali? Non lo sanno che le persone lavorano? Eppure in teoria qualche documentario sul tema del lavoro l’avranno visto.

Io allora annui, dandole automaticamente ragione, ma pensando beffardo al mio part-time-felix, che se solo avessi voluto, prendendo un oretta di permesso che nessuno mi avrebbe negato, l’incontro con il giapponese l’avrei anche potuto fare.

Poi era tempo di uscire, fuori il foyer era strapieno: io e Diana ci guardammo stupefatti pensando che fosse avvenuto il miracolo: Festival dei Popoli, eccolo il Popolo! Il pubblico ha risposto alla chiamata! Ci sono tutti, finalmente Firenze ha lasciato il suo abito di piccola città di provincia e si è resa recettiva all’offerta culturale. Ma era solo il film-evento delle 19, a cui prendeva parte una cospicua parte della città per delle conoscenze regresse (ora che lo scrivo non voglio dire che il film delle 19 non fosse buono, lungi da me, ma solo che le dinamiche per cui la gente vi si era recata erano apparentemente altre rispetto al puro e semplice: sacrificio di sé).

Scivolavamo per Via dei Pepi con arie tetre, i pensieri ancora al giapponese e al suo workshop di lunedì mattina, a quella sala semi vuota. Ci accompagnava la nostra amica Annalisa che ci parlava della sua esperienza di insegnante a Brozzi, la scuola Ghandi, e ne parlava come se fosse un documentario.

Il sabato quasi finiva e noi tornavamo con il pensiero alla Domenica successiva, quando saremmo ancora tornati ai Popoli, a vedere solo i film del regista giapponese. Solo di lui ci importava, perché era quello che in verità cercavamo: un’altra domenica così, una sala semi vuota e questa sensazione che tutto fosse spacciato e al contempo possibile, quasi felice.

Condividi:

  • Facebook
  • LinkedIn
  • Twitter

Postato in: Cartoline dal foyer, Festival dei popoli Tag: festival dei popoli, simone lisi Fai un commento

Rispondi Annulla risposta

  • Chi siamo
  • Contattaci

© 2021 · In Fuga dalla Bocciofila · Website designed by Alessio Pangos · Privacy Policy"In fuga dalla bocciofila" cerca di fare molta attenzione a non pubblicare materiali che possano ledere in alcun modo il diritto d’autore. Tutti i media [immagini, video ed audio] sono pubblicati a bassa risoluzione, in pieno rispetto del comma 1 bis dell’articolo 70 della Legge sul Diritto d’Autore che consente “la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro”. Chiunque ritenga che sul sito siano presenti testi, immagini, audio e/o video non opp​o​rtunamente licenziati, contatti i soci per chiarimenti.

Questo sito utilizza cookie per le proprie funzionalità e per inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, o continuando con la navigazione acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui / CHIUDI
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessario
Sempre attivato

Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.

Non necessario

Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.