Da bambino ero terrorizzato dall’idea di essere spiato. Niente paranoie da psicopolizia o servizi segreti, semplicemente immaginavo amici, parenti e conoscenti vari, trovarsi all’interno di un microscopico centro operativo posto dentro la mia testa, simile a quello più recentemente visto nel film Pixar Inside Out, per intendersi, anche se il mio inconscio aveva tratto ispirazione dalla nano-navicella di Salto nel buio, una pellicola del 1987 firmata da Joe Dante e prodotta da Steven Spielberg, la quale, dietro una trama pop-fantascientifica, sembrava nascondere un lato oscuro.
The Lighthouse | Due o tre cose sul regista Robert Eggers
Si parla con sempre maggiore e giustificata insistenza dell’ultimo lavoro di Robert Eggers The Northman, terminato di girare in questi giorni dicembrini in Irlanda dopo un blocco causa Covid e una quarantena a Belfast.
Better Call Saul | Ci sono solo ♥
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American Factory | È una vita stupenda (quella dentro l’azienda)
A voi piacciono le dinamiche aziendali? A me sì. Sono una delle cose che mi rilassa di più al mondo, sul serio. La dimensione piramidale del potere, simile a quella delle antiche civiltà imperiali, la disposizione altamente significativa degli spazi, la scansione produttiva dei tempi. Mi tranquillizza in particolar modo la qualità preimpostata delle relazioni, il sapere come rivolgersi a qualcuno prima ancora di conoscerlo. L’inflessione della voce, la scelta del lessico, la selezione degli argomenti di fronte a un mocaccino alla nocciola: comodi comodi e pronti all’uso come una pila fumante di vestiti stirati. Ma andiamo con ordine.
Uncut Gems | Cicchini bambati
Alla fine degli anni ’80 una mattina assolata un giovane muratore di origini salernitane appoggia la cazzuola e si mette a fischiettare alcune note che anni dopo gli ispireranno la più grande canzone di tutti i tempi
Chiara Ferragni – Unposted | Fedez, l’uomo che sapeva stare al suo post
di Lavinia Ferrone Curva tutto sulla destra, inchioda, spenge il motore. E ancora un’altra estate arriverà E compreremo un altro esame all’università E poi un tuffo nel mare Nazional
Avengers: Endgame | Ho un problema con la fine
Ciao, sono la recensione di un film difficile da recensire, perché lo spoiler è dietro l’angolo come poche cose al mondo nel film che dovrei recensire, per cui non so proprio come recensirlo senza recensire in me stesso quella nozione che potrebbe rovinarti una fruizione sana del film stesso. Ti prometto che adesso la smetto con le ripetizioni ricorsive, anche se ogni recensione che si rispetti è ripetitiva nel fondo della sua anima.
Bonding | Non so più che pesci prendere
di Lavinia Ferrone Dove eravamo rimasti. Eravamo rimasti a Sex Education, una serie post-teen che aveva smosso le coscienze ad addentrarsi in un’analisi spietata su quanto fossero eccessivamente bigotte le serie teen anni 80’-90’ basate su stereotipi (ancora tremendamente attuali) costruiti su di un’impalcatura solida fatta di fondamentalismo cattolico per cui se facevi sesso (‘lo facevi’) prima del matrimonio l’ira diddio feroce si scagliava su di te facendoti venire un tumore. E alla fine lei muore.
The OA Vol. 2 | Ballare il mise en abyme
Il mise en abyme è uno degli effetti speciali della scrittura che mi piacciono di più. Solitamente questa magia della scrittura viene usata come taglio intelligente all’interno di una storia per saltare da un punto all’altro della narrazione senza ricorrere al montaggio discontinuo, grafico, ritmico, intelletuale, intensivo, poetico, ecc… Si tratta quasi di un piano sequenza che permette allo spettatore di accettare un volo pindarico della storia da uno spazio e un tempo non contiguo con la scena successiva.
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